Expo, Olimpiadi e nuovo ospedale. Padova al bivio per Roma
C’è un filo rosso che lega le vicende dell’ospedale di Padova all’Expo di Milano e alle Olimpiadi di Roma: il filo delle città che coltivano l’ambizione di giocare un ruolo da protagoniste nel futuro e il filo delle classi dirigenti che si assumono l’onere della responsabilità verso un’opinione pubblica disorientata e rassegnata; un banco di prova decisivo in primo luogo per una sinistra moderna e per quella che una volta si sarebbe definita la borghesia.
A Milano, dove con tutta evidenza esiste una borghesia che continua ad incarnare una solida funzione civile, l’Expo - la cui candidatura è stata promossa congiuntamente dal governo Prodi e dal sindaco Moratti - è stata attuata dalla sinistra di Pisapia con il decisivo sostegno di un Matteo Renzi nel ruolo di interprete di un’Italia che non si abbatte e affronta le sfide, consapevole dei suoi mezzi. Anche in quella città le sirene del No si sono levate alte, così come le preoccupazioni del possibile malaffare affaristico mafioso o tangentaro. Ma più forti sono state le ragioni del futuro – quelle che oggi vedono Sala protagonista - e il desiderio di offrire a una vetrina mondiale il manifesto del riscatto dell’Italia. Si sono combattuti i ladri, non le opere.