Guido Montesi e quel grido di libertà dei giovani studenti iraniani

Montesi 20.04.31Con Guido Montesi se ne va l’interprete di una “transizione gentile” da una stagione Dc cominciata nel secondo dopoguerra a quella del “nuovo progetto” di Gottardo e Giaretta. Ha gestito da gentiluomo mite e saggio un anno difficile in una città da riconciliare dopo la lunga stagione dei conflitti e dei processi.
Voglio qui ricordarlo per un piccolo episodio che aiuta a capire il suo approccio laico e la sua grande sensibilità, merce non così diffusa in una stagione di forte contrapposizione nei confronti degli oppositori politici.
Siamo a cavallo fra il 1981 e il 1982 (vado necessariamente a memoria), quando oltre un centinaio di giovani studenti universitari iraniani, a seguito della deposizione e dell’esilio del primo presidente della Repubblica islamica dell’Iran, Abolhassan Banisadr, da parte di Khomeini e delle Guardie della rivoluzione, iniziano una protesta con sciopero della fame poiché, se avessero fatto ritorno in patria, per il loro impegno politico avrebbero rischiato l’incarcerazione o addirittura la pena di morte.

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La tutela dei beni monumentali a corrente alternata

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La tutela dei beni storico-culturali è un valore su cui si fonda la nostra Repubblica, una tutela che serve a preservare un patrimonio generatore di identità che, nel tempo, è diventata anche una importante risorsa economica per il nostro bellissimo Paese. E’ una consapevolezza che dovrebbe essere patrimonio collettivo e, non a caso, per rafforzarne l’importanza e i valori generali, di alcune parti se ne chiede spesso il riconoscimento da parte dell’Unesco.

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Il teatro Stabile del Veneto si allarga a Treviso. Nasce la PaTreVe della cultura

teatro verdi e1525503474926L'allargamento del Teatro stabile del Veneto al Comune di Treviso, che sarà deliberato mercoledì dall'Assemblea dei Soci dello Stabile (Regione del Veneto, Comune di Venezia, Comune di Padova e provincia di Padova) è, per la cultura veneta e per quella padovana, una bellissima notizia.

Si tratta di una scelta che, sia pur in modo discreto, ha visto protagonista il sindaco Giordani, che assieme ai primi cittadini di Venezia e Treviso, e al Presidente della Regione, hanno finalmente impresso una svolta al tradizionale provincialismo veneto.

Bene dunque che questo appuntamento non venga rubricato come cosa scontata, in particolare per Padova, che con Giordani più di altri ha creduto nella bontà di questa scelta.

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