Franco Cremonese: la DC, dalla maggioranza assoluta al crollo del 1993. Alle radici del regionalismo veneto
Sabato 30 marzo 2019, sarà presentata a Padova, ad un anno dalla scomparsa, una raccolta di riflessioni e ricordi su Franco Cremonese, Presidente della giunta della Regione Veneto dal 1989 al 1992. L'incontro, animato da Enzo Carra, Marco Follini e Bruno Tabacci, si svolgerà presso l'Auditorium del centro culturale Altinate/San Gaetano, alle ore 10. Nella foto l'incontro con Alexander Dubcek avvenuto nel 1991.
Anticipo qui il mio contributo alla raccolta.
L’avventura politica e umana di Franco Cremonese, collocata a cavallo fra un “solido” mondo antico - che a un giovane consigliere regionale dei Verdi appariva allora una realtà insopportabilmente immobile - e il terremoto politico e umano del 1992, è la storia di una generazione che si è trovata ad essere interprete di una lunga stagione di sviluppo e di crescita del Paese e del Veneto in particolare, e allo stesso tempo del logoramento generato dal suo incontrastato potere. Erano quelli, anni in cui nel Veneto la DC raccoglieva ancora la maggioranza assoluta dei consensi, con la sinistra relegata ad un rispettoso ruolo marginale, e dove i governi di coalizione, con il PSI o gli altri piccoli satelliti, potevano essere derubricati a concessioni liberali, rispondenti più ad esigenze politiche nazionali, che a necessità territoriali.
L'accordo fra lo Stato e le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione
Relazione al convegno organizzato dall'Università di Torino
Aula Magna
20 aprile 2018
Ivo Rossi
Sommario. – 1. Premessa. – 2. Il negoziato sul quesito referendario del Veneto. – 3. Prime linee di indirizzo per l’apertura del negoziato. – 4. L’autonomia differenziata e il risveglio del regionalismo. – 5. Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto e il referendum per l’indipendenza della Catalogna. – 6. Verso la possibile Intesa. – 7. Natura del testo del possibile accordo. – 8. Competenze legislative e/o amministrative, coinvolgimento degli Enti locali e procedura di approvazione. – 9. Disposizioni generali. – 10. La durata dell’Accordo e il monitoraggio degli esiti. – 11. Risorse finanziarie per l’esercizio dell’autonomia. – 12. – Risorse finanziarie e Commissione Paritetica Stato-Regione. – 13. Determinazione delle risorse finanziarie necessarie all’esercizio delle funzioni assegnate. -14. Investimenti. – 15. Le materie, la quantità e la qualità delle funzioni attribuibili. – 16. Le cinque materie. – Conclusioni. - 17.1 Accordo Regione Veneto. – 17.2 Accordo Regione Emilia-Romagna. – 17.3 Accordo Regione Lombardia
1. Premessa.
Con la firma dell’accordo preliminare in merito all’Intesa prevista dall’articolo 116, terzo comma della Costituzione, sottoscritto in data 28 febbraio 2018 fra il Governo e le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle regioni ha registrato un primo decisivo passo avanti. Con questo atto, maturato dopo alcuni tentativi solo accennati a cavallo fra il 2007 e il 2008, e a ben diciassette anni dalla cosiddetta riforma costituzionale del Titolo V, le regioni ritornano a rivendicare un ruolo da protagoniste nella vita della Repubblica, riportando al centro questioni, quali quelle del regionalismo e delle autonomie, messe in discussione dalla crisi economica post 2010, che ha determinato un progressivo accentramento delle funzioni.
Il cors'Ivo: Norma Cossetto e il dovere di guardare alla storia e alle sue contraddizioni
Basterebbero buone letture, ultima in ordine di tempo “La zaratina” di Silvio Testa, per riandare all’orrore di una storia tragica vissuta dagli italiani istriani e dalmati (indistintamente associati ai fascisti che, dopo la prima guerra mondiale, volevano italianizzare a forza terre in cui convivevano da secoli etnie diverse), vittime della pulizia etnica messa in atto dai partigiani titini fra gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso. Una storia fatta di sofferenze atroci, di esodo e infoibamenti di massa, di una pulizia etnica e politica, di campi di concentramento, che non a caso il Parlamento ha deciso di ricordare con un giorno della memoria, che qui a Padova si celebra ogni anno, dove non sono mancati i sindaci che hanno espressamente ricordato Norma Cossetto.
Mireille Knoll, l'antisemitismo jihadista continua a uccidere nel cuore dell'Europa
28 marzo 2018, Sinagoga di Roma, Tempio Maggiore, in ricordo di Mireille Knoll.
La nuova Europa nasceva davanti ai cancelli di Auschwitz al grido di Mai più. Eppure ancora oggi in Europa l’antisemitismo insanguina le nostre città. L’ultima vittima è Mirelle Knoll, scampata alla Shoah ma non all’odio jihadista.
Dobbiamo interrogarci perché questo possa accadere ancora oggi. Non basta più, una volta all'anno, ripetere stancamente "mai più". Il giorno in cui gli ebrei dovessero andarsene dall’Europa, quel giorno Hitler avrà vinto. Quel giorno non verrà mai se tutti insieme lotteremo contro il mostro dell'antisemitismo.
Ivo Rossi
Roma, 28 marzo 2018
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