La malattia vascolare della città e le scelte di medici che ignorano la lezione dello studente padovano William Harvey
Più di mille vuote o ridondanti parole, talvolta basta un’immagine per cogliere lo stato di salute della città e che cosa scorra nelle sue vene. E, come una TAC fatta ad un paziente, quell’immagine virtuale ti aiuta a comprendere la malattia che indebolisce un organismo complesso in cui vivono e lavorano centinaia di migliaia di persone. Se nel passato ci si affidava agli stregoni o agli esorcisti, nella medicina moderna quella ‘TAC’, che i nostri smartphone ci mettono a disposizione in continuo, è la condizione prima per fare la diagnosi necessaria per rimettere il corpo in equilibrio e in salute, per lavorare alla sua guarigione.
Guardando l’immagine screenshot scattata durante una mattinata qualsiasi, possiamo vedere esattamente ciò che accade ogni giorno, per più ore al giorno, scoprendo - per chi non si fosse mai interrogato o concentrato prima - che abbiamo un organismo profondamente squilibrato, con i suoi organi vitali sovracaricati e tutti concentrati nella stessa parte del corpo. Vediamo una quantità importante di trattini gialli scorrere in quelle vene stradali (che sembrano tracce di colesterolo a livelli elevati, primo segnale di rischio cardiovascolare serio), e un’infinità di trattini rossi, ovvero di parti stradali di quel corpo che hanno già subito un arresto della circolazione. Non di un organismo sano stiamo parlando, bensì di un corpo che ha bisogno di cure amorevoli da parte di medici che gli vogliano bene, che antepongano al tornaconto personale il benessere di una città sorridente.