La malattia vascolare della città e le scelte di medici che ignorano la lezione dello studente padovano William Harvey

traffico 9 24Più di mille vuote o ridondanti parole, talvolta basta un’immagine per cogliere lo stato di salute della città e che cosa scorra nelle sue vene. E, come una TAC fatta ad un paziente, quell’immagine virtuale ti aiuta a comprendere la malattia che indebolisce un organismo complesso in cui vivono e lavorano centinaia di migliaia di persone. Se nel passato ci si affidava agli stregoni o agli esorcisti, nella medicina moderna quella ‘TAC’, che i nostri smartphone ci mettono a disposizione in continuo, è la condizione prima per fare la diagnosi necessaria per rimettere il corpo in equilibrio e in salute, per lavorare alla sua guarigione.
Guardando l’immagine screenshot scattata durante una mattinata qualsiasi, possiamo vedere esattamente ciò che accade ogni giorno, per più ore al giorno, scoprendo - per chi non si fosse mai interrogato o concentrato prima - che abbiamo un organismo profondamente squilibrato, con i suoi organi vitali sovracaricati e tutti concentrati nella stessa parte del corpo. Vediamo una quantità importante di trattini gialli scorrere in quelle vene stradali (che sembrano tracce di colesterolo a livelli elevati, primo segnale di rischio cardiovascolare serio), e un’infinità di trattini rossi, ovvero di parti stradali di quel corpo che hanno già subito un arresto della circolazione. Non di un organismo sano stiamo parlando, bensì di un corpo che ha bisogno di cure amorevoli da parte di medici che gli vogliano bene, che antepongano al tornaconto personale il benessere di una città sorridente.

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Nuovo su Tavecchio per andare oltre la s(Ventura)ta eliminazione

J. LowL’hanno fatto tutti. Sono stato persino amichevolmente rimproverato di occuparmi d’altro mentre il dramma nazionale dell’eliminazione dell’Italia si consumava. Inutile dire che la delusione è stata grande, che mai nel corso della nostra vita cosciente (nel ’58 ero infante) avevamo assistito ad un mondiale senza la nostra nazionale.  Lo faccio ora, probabilmente unendomi al coro delle banalità di quelli del giorno dopo, per dire che quella eliminata era una squadra, dal presidente Tavecchio all’allenatore Ventura, che non mi ha mai emozionato, che è sempre sembrata priva di idee.

Che ripeteva sempre lo stesso schema, che non dava mai l’impressione di un guizzo di fantasia, di poter andare in porta, ad eccezione, nell’ultima partita, di alcuni tocchi deliziosi di El Shaarawy, calciatore rimasto nel cuore dei tifosi padovani e non a caso tenuto in panchina. Nella squadra dal volto anonimo, del calciatore qualunque, la fantasia e il genio non potevano che essere banditi.  

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Dialogo sopra centri commerciali travestiti da stadi. L'eterno ritorno

stadioEuganeoCaro Paolo, a leggere il dibattito di questi giorni su stadio e centri commerciali sembra di assistere ad un film già visto molte volte, con attori ringalluzziti che recitano copioni di cui si conoscono in anticipo le battute. A vederli fanno quasi tenerezza questi novelli interpreti della grande distribuzione commerciale in dialogo con dinamici immobiliaristi travesti da appassionati di sport. E, ovviamente, di amministratori pubblici che fingono un distaccato interesse.

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Galileo, chi era costui? Nuovo Ospedale nella stagione delle verità di comodo.

pdospedaledi Ivo Rossi, Claudio Sinigaglia, Gianni Berno Sulla stucchevole telenovela del nuovo ospedale le parole si sono sprecate e immaginiamo che per il cittadino medio siano diventate un insopportabile rumore di fondo, utile, al massimo, ad animare le sempre più esigue tifoserie partitiche. Lo conferma la polemica sorta dopo la presentazione del documento tecnico della Provincia, a cui ha fatto seguito il solito attacco personale del sindaco nei confronti di chi ha anteposto argomentazioni puntuali, fatte di numeri e riferimenti legislativi, invece che invettive e insulti. Per questo non parleremo di aree, di decisioni rimangiate, di due anni buttati al vento, ma di come anche il più nobile degli obiettivi, indispensabile per garantire la salute e il ruolo della nostra città e della medicina della sua Università, si sia trasformato in chiacchiera a cui si alimenta la politica politicante e - non perdiamoli di vista - alcuni attentissimi “portatori di interesse” in attesa di passare, prima o poi, all’incasso. Difficile per una persona normale districarsi nel turbine delle parole, in cui i confini della verità dei fatti e la oggettività dei contesti hanno perso significato per lasciare spazio a parole bugiarde, utili a confondere i più, ma non coloro che con determinazione perseguono obiettivi probabilmente innominabili. (immagine: da Il Mattino)

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L’ammaina bandiera della borghesia padovana alla prova della “vigliaccheria istituzionale”

alzabandieraI volti imbarazzati e il disagio dei presenti qualche giorno fa alla cerimonia dell’alzabandiera alla caserma Salomone, con sindaco e prefetto che non incrociano nemmeno lo sguardo, restituiscono la misura del solco profondo che il sindaco, in poco più di un anno, è riuscito a scavare non solo nella comunità cittadina, ma anche fra i rappresentanti delle istituzioni. Il gelo in quella cerimonia, in altri tempi amichevole e solenne, dà l’idea della rottura in atto che rischia di produrre danni rilevanti per gli anni a venire.
Mai si era giunti ad un livello così basso e questo dovrebbe far riflettere non solo la politica, ma anche i cosiddetti corpi intermedi che abbiano a cuore il futuro della città.

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