Perché abbandonare l'Euganeo?
L'uomo che odiava le biciclette: Bike Sharing al palo e biciclette a mano
Good Bike Padova. Quando ho dato questo nome al servizio di Bike Sharing non immaginavo che potesse arrivare qualcuno che odiava le biciclette.
Eppure è un servizio che ha avuto fin da subito un successo notevole.
Dopo un anno (luglio 2014) dall’avvio (11.07.13) Padova si collocava fra le città più smart, segno di una cultura delle due ruote radicata.
28 ciclostazioni, 650 biciclette;
3.123 abbonamenti, (305 in convenzione con l’Università con cui avevo chiuso un accordo);
207.000 prelievi (580 al giorno in media);
Plebiscito, dal vecchio al nuovo con ritorno all’usato. Tutto lo stadio in una curva
Gli stadi per il calcio sono da sempre luoghi su cui si esercitano passioni forti. E l’Euganeo non si sottrae alla regola, nella buona e nella cattiva sorte. E’ stato così quando verso la fine degli anni ‘80 si impose come simbolo di riscatto sportivo rispetto al vecchio Appiani, giudicato vetusto e insicuro, anche se immediatamente rimpianto da quegli stessi che l’avevano liquidato, tanto da trasformarlo solo qualche anno dopo in un oggetto mitologico.
In ricordo di Giulio Menon, testimone di via del Padovanino
Purtroppo con ritardo ho saputo della scomparsa di Giulio Menon. Una persona semplice, un uomo con solide radici piantate nella sinistra democratica. Ne scrivo perché parlare di lui, per me significa parlare di un mondo, di un ambiente e di uno stile nell’essere sinistra. L'ho conosciuto tanti anni fa, verso la fine degli anni ‘70, quando usciti dall’ufficio ci si recava a pranzo alla mensa della Cgil, in via del Padovanino. Quel luogo era molto di più della sede di un grande sindacato. Oggi non esiste più e probabilmente alle giovani generazioni non evoca nulla, ma è stato un crocevia di storie, un luogo in cui si sono scritte pagine importanti della storia del nostro secondo dopoguerra.
“I delitti di Abano”, i virus e gli hacker delle regole
Ha fatto bene Mario Bertolissi a ritornare sulla scena delle degenerazioni di Abano Terme, sugli effetti perversi prodotti dalla pluralità (3+1) dei mandati a sindaco, e sul rapporto malato di una parte della pubblica opinione con chi, in virtù di una carica, diventa padrone e despota di cui aver paura. Paura non a caso evocata qualche giorno fa da un dipendente che avrebbe ammesso di aver truccato le gare non per interesse personale, ma, appunto, per paura. Paura quale conseguenza di una presa capillare del potere attraverso il collocamento di propri uomini di fiducia nei gangli strategici dell'amministrazione pubblica.
Il cors'ivo - La carta stampata e la schiena dritta
Prima mostra il ghigno sprezzante. Poi irride. Poi manda messaggi intimidatori. Poi, come tutti i vili, manda i sottoposti ad annunciare la ritirata.
Un risultato, quello di oggi, ottenuto da un'informazione libera che non ha piegato la schiena. Un bellissimo esempio e anche un messaggio per i tanti che in questa settimana sono rimasti pavidamente sottotraccia.
Solo una città con la schiena dritta può ambire a guardare negli occhi il futuro e le sue sfide.
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