L'illegalità da perseguire e la violenza verbale da mettere al bando
Di solito gli amministratori che non possono esibire risultati e che non sono in grado di proporre soluzioni, tendono a denunciare i problemi e a lanciare accuse agli altri, spesso usando un linguaggio verbale violento, intimidatorio, condito di insulti e minacce.
Questa tecnica è stata usata ancora una volta oggi dal primo cittadino di Padova in occasione della annuale pubblicazione della graduatoria sulla qualità della vita nelle province italiane.
Il rapporto del Sole 24 ore parla chiaro: i dati riguardano l'intero territorio provinciale e, mettono in evidenza, accanto ad una buona qualità ambientale e ad un buon tenore di vita un dato preoccupante relativo ai reati e all'ordine pubblico. Si tratta di una questione delicata, che certamente crea allarme nella pubblica opinione, su cui sono costantemente impegnati Prefetto, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza.
Il sindaco, sempre alla ricerca di un capro espiatorio, si è prontamente scagliato contro la precedente amministrazione, immaginando che i dati, come scrive nella sua nota, fossero riferiti al 2013. Peccato che oltre ad essere provinciali, e quindi riguardanti tutti i 104 Comuni del nostro territorio, i dati siano invece riferiti in parte al 2013 e in parte al 2014 e dunque, come dice la legenda del Sole 24 ore, la differenza di posizioni in classifica, per quanto riguarda Padova il meno 9 posizioni, riguardi una retrocessione fra il 2013 e il 2014.
Questo succede quando si è accecati, quando si cerca la rissa, quando si pensa che la metà della città che ha votato per me alle ultime elezioni debba essere trattata come un gruppo etnico da annientare e ridurre al silenzio.
So che il confronto politico può essere aspro, ma mai avrei immaginato tanta violenza verbale.
Si comincia con le parole e si finisce per sdoganare comportamenti violenti oltre che nel linguaggio anche nei fatti.
In questo risiede la pericolosità di un sindaco che invece di dare il buon esempio cerca continuamente lo scontro, manda messaggi "mafiosi" come quelli contenuti nelle ultime righe del suo comunicato odierno.
Da parte mia continuerò a rispondere e a criticare solo il merito delle questioni che riguardano la nostra città. Questo è il ruolo che la città ci ha consegnato. Non scenderò mai sul piano personale com'è invece nello stile volgare praticato dal sindaco.
Ognuno di noi deve fare appello al senso alto della responsabilità. Guai a usare l'insulto e l'intimidazione come arma di lotta politica. Perché la storia di questo Paese ci ha insegnato che si sa dove si comincia ma non si sa dove si finisca.
Ivo Rossi
1 dicembre 2014