Expo, Olimpiadi e nuovo ospedale. Padova al bivio per Roma

croce rossaC’è un filo rosso che lega le vicende dell’ospedale di Padova all’Expo di Milano e alle Olimpiadi di Roma: il filo delle città che coltivano l’ambizione di giocare un ruolo da protagoniste nel futuro e il filo delle classi dirigenti che si assumono l’onere della responsabilità verso un’opinione pubblica disorientata e rassegnata; un banco di prova decisivo in primo luogo per una sinistra moderna e per quella che una volta si sarebbe definita la borghesia.
A Milano, dove con tutta evidenza esiste una borghesia che continua ad incarnare una solida funzione civile, l’Expo - la cui candidatura è stata promossa congiuntamente dal governo Prodi e dal sindaco Moratti - è stata attuata dalla sinistra di Pisapia con il decisivo sostegno di un Matteo Renzi nel ruolo di interprete di un’Italia che non si abbatte e affronta le sfide, consapevole dei suoi mezzi. Anche in quella città le sirene del No si sono levate alte, così come le preoccupazioni del possibile malaffare affaristico mafioso o tangentaro. Ma più forti sono state le ragioni del futuro – quelle che oggi vedono Sala protagonista - e il desiderio di offrire a una vetrina mondiale il manifesto del riscatto dell’Italia. Si sono combattuti i ladri, non le opere.


Non così è andata a Roma, dove il No alle Olimpiadi è suonato come un manifesto dell’incapacità dell’attuale gruppo grillino di costruire una prospettiva olimpica alternativa a quella palazzinara, rappresentata dai portatori della rendita capitolina. Ad una possibile olimpiade interpretata fuori dai canoni tracciati dai Montezemolo e soci, che avrebbe potuto mettere in evidenza la capacità di governo dei fautori del no a tutto, l’ha fatta invece da padrona la paura del nuovo, la resa davanti alla paura del malaffare, che quei protagonisti immaginano così forte da non saper come combattere se non fuggendo dai problemi.
Padova, che in passato si è immaginata e ha coltivato l’ambizione di candidarsi a diventare la Milano del Veneto, negli ultimi due anni ha scelto di essere la Roma di questi ultimi mesi, la città dei No, la città in cui la borghesia ha rinunciato da tempo al proprio ruolo, in cui la politica vive solo di piccole contrapposizioni cinico-tattiche. In cui si è rinunciato a immaginare il futuro diverso dall’ordinaria manutenzione e dal pensare in grande, in cui il presunto realismo nasconde il vuoto progettuale.
La vicenda del nuovo ospedale - varrebbe lo stesso ragionamento se parlassimo del Tram e dell’organizzazione della mobilità, oppure dell’auditorium scomparso dai radar - condensa la sintesi più emblematica di come le politiche dei No producano solo paralisi e finiscano per alimentare un lento quanto preoccupante declino. Sembra quasi che la nostra città, così ripiegata in se stessa e con i gruppi dirigenti che si controllano e si fronteggiano in cagnesco, non sia più in grado di esprimere una visione. I dibattiti, quando non si arrovellano attorno ai divieti, sembrano privi di capo e coda. Si può tranquillamente far fare il “giro dell’oca” all’ospedale o ad altre opere, con gli attori in commedia tutti intenti a cambiare reciprocamente posizione, con il risultato di essere tornati, come se nulla fosse, all’anno zero, ovvero agli anni ‘90. Una triste fuga all’indietro.
Milano va avanti, Roma è ferma, Padova torna indietro.
Il centro destra di Forza Italia e della Lega - che con Galan e Zaia in regione, e i loro rappresentanti cittadini avevano condiviso la necessità e l’urgenza di avere un nuovo ospedale dotato di campus universitario e della ricerca - dopo due anni, dopo aver improvvisato una posizione contraria per poter affermare qualcosa durante la campagna elettorale che non fosse solo sicurezza, si stanno cimentando in un ‘fa e disfa’ imbarazzante, dove a rimetterci siamo tutti noi cittadini.
Il centro sinistra ha il merito di aver posto con forza l’obiettivo del nuovo ospedale nel programma elettorale del 2004 e di aver pazientemente costruito, assieme all’Università, il consenso e tutti gli atti necessari per conseguire questo orizzonte strategico, non solo per la nostra salute, ma anche per lo sviluppo della ricerca e della scienza medica. La firma dell’accordo di programma del 2013 fra la regione di Zaia, il comune e la provincia, retta allora da Forza Italia, testimonia dello sforzo congiunto e della convergenza realizzata fra amministrazioni che pure si muovevano sul terreno della competizione.
Per questo tornare oggi a una ipotesi scartata tecnicamente dalla regione, ad un “nuovo su vecchio” che assomiglia soltanto a un ‘vecchio’ rimasticato e rimaneggiato, ripartire dalla “barchetta” di Botta scartata verso la fine degli anni ’90, è non solo sbagliato ma finisce per prendere atto, per sfinimento e per il fallimento e la divisione tra lega padovana e lega veneziana, che la sola prospettiva per la nostra città è al massimo una triste e perdente manutenzione senza speranza. Con tanto di addio al ruolo della scuola di medicina su cui tanto inchiostro è stato versato e che si continua a versare.
Ma per questa prospettiva di retroguardia basta la Lega da sola, senza la necessità di ruote di scorta - per giunta mai richieste - che finirebbero per omologare verso il basso tutti gli schieramenti.

Ivo Rossi

Padova 27 settembre 2016

* * *

Mattino osp

e-max.it: your social media marketing partner

Seguimi su Facebook

IN EVIDENZA

La malattia vascolare della città e le s…

Ivo Rossi - avatar Ivo Rossi

Più di mille vuote o ridondanti parole, talvolta basta un’immagine per cogliere lo stato di salute della città e che cosa scorra nelle sue vene. E, come una TAC fatta...

Nuovo su Tavecchio per andare oltre la s…

Ivo Rossi - avatar Ivo Rossi

L’hanno fatto tutti. Sono stato persino amichevolmente rimproverato di occuparmi d’altro mentre il dramma nazionale dell’eliminazione dell’Italia si consumava. Inutile dire che la delusione è stata grande, che mai nel...

Dialogo sopra centri commerciali travest…

Ivo Rossi - avatar Ivo Rossi

Caro Paolo, a leggere il dibattito di questi giorni su stadio e centri commerciali sembra di assistere ad un film già visto molte volte, con attori ringalluzziti che recitano copioni...

Il sito web usa i cosiddetti cookie per migliorare l’esperienza dell’utente. Fino a che non si sarà premuto il tasto - Accetto i cookies - nessun cookies sarà caricato.

Leggi l'informativa sull'utilizzo dei cookies

Hai rifiutato l'utilizzo dei cookies. Potrai cambiare la tua decisione in seguito.

Hai accettato l'utilizzo dei cookies. Potrai cambiare la tua decisione in seguito.