Padova mi pare una città impaurita
Viaggio dentro alle città. La sfida delle periferie
Matteo Renzi ha annunciato l'investimento di 500 milioni sulle periferie delle nostre città. Tema al centro della Biennale architettura di Venezia, aperta in questi giorni. Due anni fa, introducendo la lectio magistralis di Renzo Piano all'Università di Padova, affrontavo la sfida in questi termini:
Un saluto va a tutti i presenti, in particolare ai tanti giovani che con la loro presenza testimoniano non solo l’interesse e l'affetto verso questo grande italiano, che non a caso il presidente della repubblica ha voluto insignire della carica di senatore a vita, ma, io credo, anche verso l’opera, il pensiero che hanno contribuito a dare volto e senso a molti luoghi della nostra Europa.
Non voglio sottrarre tempo al suo racconto. Partendo dagli spunti che ci offre questa prestigiosa aula e dall'intitolazione del premio a Barbara Capocchin, mi soffermerò sui giovani e sul cambiamento delle città, da considerare come veri e propri organismi viventi che conoscono continue mutazioni e che vivono non solo di pietre ma di emozioni, di stati d’animo. In questo processo di continua mutazione i giovani sono chiamati a immettere spinte innovative: con la loro voglia di immaginare il domani, in quale società vorrebbero vivere, in quale città vorrebbero annodare la trama della loro vita futura.
Veneto, Effetto domino: azioni a 0,10 euro, banche al collasso, imprenditori alla canna del gas, famiglie disperate
Un romanzo con al centro i protagonisti del piccolo e bello, del ‘fasso tuto mi’, del veneto orgoglioso del proprio successo e smarrito di fronte all’incomprensibile crisi. Scritto molto prima del crack delle due banche venete, racconta la crisi del credito, in cui i protagonisti sono i nostri vicini di casa, imprenditori cresciuti con il prestito à la carte, che si scoprono disarmati, increduli, incapaci di reagire di fronte a una realtà divenuta ostile, percepita come complotto. Il romanzo mostra in controluce il passaggio dal successo facile e diventato in pochi anni suggestione collettiva, al declino e allo smarrimento. La narrazione che aveva costruito una sorta di mitologia della diversità, capacità e unicità di una terra, in grado di inorgoglire tutti i suoi protagonisti, mostra improvvisamente tutta la sua fragilità, non riesce più a spiegare la vita reale. E il protagonista sente mancargli la terra sotto i piedi, avverte la sua solitudine, scopre che il noi del successo di un territorio è diventato l’io della vertigine di chi vede il fondo.
Biennale a Venezia, 'biennio' a Padova
"A Venezia va in scena in queste ore, alla presenza del Presidente del Consiglio e di numerosissimi ospiti internazionali, la Biennale di architettura dedicata alle periferie. A Padova, città dove le periferie e la rigenerazione urbana sono andate in scena - a cura della Fondazione Barbara Cappochin - con una straordinaria mostra sull’opera di Renzo Piano, si assiste alla contemporanea manifestazione del rancore intimidatorio..."
Nuovo ospedale: quando la politica abdica, inventa paludi e asseconda imprenditori veggenti
"... Per allontanare le ombre e dare una risposta ai padovani, la cosa più saggia sarebbe tornare all'accordo di programma del luglio 2013, costruito attraverso una pianificazione condivisa e sottoscritta da tutti i sindaci della cintura. E anche dal governatore Zaia..."
Segue rassegna stampa 5 giugno 2016
A Venezia va in scena la biennale Architettura, a Padova il biennio delle costicine e dell'intimidazione
A Venezia va in scena in queste ore, alla presenza del Presidente del Consiglio e di numerosissimi ospiti internazionali, la Biennale di architettura dedicata alle periferie. A Padova, città dove le periferie e la rigenerazione urbana sono andate in scena - a cura della Fondazione Barbara Cappochin - con una straordinaria mostra sull’opera di Renzo Piano, si assiste alla contemporanea manifestazione del rancore intimidatorio, messo in atto da una figura più nota al grande pubblico per la sua propensione a portare al pascolo i maiali.
Basterebbe questo parallelo per indurci a riflettere sulla deriva culturale in cui siamo precipitati, che non a caso ha portato la benemerita Fondazione Cappochin a traslocare la prestigiosa Biennale di Architettura verso altri lidi.
E’ evidente a chiunque abbia un minimo di buon senso e di onestà intellettuale, che il merito dell’accusa è privo di ogni fondamento, in quanto i rapporti fra il Comune e la Fondazione sono sempre stati improntati all’assoluta trasparenza. Ma, soprattutto, va ricordato come sia stata la città a guadagnarci e a crescere con la presenza di migliaia di visitatori qualificati provenienti da vari paesi europei e dal resto d’Italia.
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