Il cors'ivo - In ginocchio da... Zaia
Una volta ci si inginocchiava di fronte al crocefisso.
Adesso ci si genuflette di fronte agli sventolatori di fazzoletti verdi che, all'occorrenza, rispolverano il leone di San Marco, quelli che confondono la gestione aristocratica del potere con la democrazia.
La migliore risposta ai nostalgici è quella che diede Giorgio Baffo, un poeta di solito interessato a tutt'altre faccende, che attorno 1760, descrive così la decadenza della Repubblica: "le gran teste mancando se ne va, / e no resta de qua se no i cogioni". "No se pensa che all'ozio, al lusso, al ziogo, / e i libri, che se studia sulla sera, / xe 'l mazzo delle carte, o quel del cogo. / Debotto non ghè più zente da guera, / e, se ghe n'è, questi no ha visto el fogo; / come puorla durar in sta maniera?".
(foto: da Il Mattino)