La sanità padovana senza timone. Nella deriva Pediatria emigra al Sant'Antonio. Piove di Sacco cuore della ‘Grande Padova’
Si capisce ogni giorno di più la ragione per cui Verona stia progressivamente diventando la struttura di riferimento per la sanità del Veneto e di come Padova, in preda alla confusione di questi ultimi due anni, stia perdendo posizioni giorno dopo giorno. La politica della divisione, praticata scientificamente, non ci sta portando da nessuna parte. L'unico risultato è l'indebolimento della città.
Di fronte a questa situazione viene da pensare alla necessità di un grande patto per la salute, per la sua organizzazione sanitaria, un patto fra tutte le forze politiche e sociali per superare divisioni esiziali. Verona è un esempio di patto per la città che l’arricchisce, mentre Padova è esempio di come le divisioni la indeboliscano.
Leggendo le cronache degli ultimi due mesi, conseguenza della convulsa, contraddittoria, equivoca e "pasticciata" gestione del nuovo ospedale, ci si rende conto come il dilettantismo regni sovrano e stia producendo uno spezzatino della nostra prospettiva di salute con la previsione prima di trasferire lo Iov a Castelfranco, e oggi, con il via libera del vertice tecnico della sanità regionale, al trasferimento del dipartimento pediatrico dall’Azienda ospedaliera al Sant’Antonio.
Anche se possono sembrare questioni solo apparentemente tecniche, in realtà rimandano a questioni strategiche.