La lega trasloca lo Iov a Castelfranco. E Padova perde un altro pezzo di sanità e ricerca
Ha ragione il Rettore della nostra università ad essere preoccupato e a chiedere con forza che la testa e il cuore dello Iov (Istituto Oncologico Veneto), rimangano a Padova. Ha ragione a difendere un presidio fondamentale per la nostra scuola di medicina. Purtroppo non si può non notare come in questa vicenda, essenziale per l'intera città e non solo per l'università, l'amministrazione sia assente, così come silenti sembrano associazioni di rappresentanza che in passato avrebbero immediatamente colto come la sottrazione di funzioni primarie avrebbe potuto indebolire l'intero sistema città. La regione a guida leghista, in cui batte fortissimo un cuore pedemontano e trevigiano, fa sapere che la scelta di Castelfranco rappresenta una soluzione temporanea, perché a Padova non ci sono gli spazi.
Il corsivo - Inchieste, marescialli, genio e zona ‘protetta’
Leggendo oggi la notizia dell’inchiesta in corso per la nuova sede dell’Arpav, si scoprono informazioni che immagino dovessero rimanere riservate: “il maresciallo voleva che esaltassi l’inadeguatezza idraulica di Padova ovest”, afferma un noto dirigente tecnico del Genio, incaricato anche da Zaia di valutare Padova ovest.
Padova ovest? La palude di Padova, la zona acquitrinosa, la pozza di fanghiglia dove il Comune, la Regione e l’Università, in un irripetibile accordo di programma, nel 2013 volevano costruirci sopra il nuovo Ospedale? Ma come avevamo potuto essere così improvvidi? Come avevamo potuto non tener conto di tutti questi suggerimenti a “fin di bene”?
Dialogo con Paolo Giaretta sopra opere, idee di futuro, affari e affaristi
da Paolo Giaretta, pubblicato il 6 febbraio 2016, da Realtà padovana
Caro Ivo, hai fatto bene a ricordare ciò che scrivevi un anno fa sulla fantomatica stazione dell’alta velocità ferroviaria a San Lazzaro (http://www.ivorossi.it/sito-nuovo/la-citta/214-l-alta-velocita-delle-parole-e-il-binario-morto-delle-opere-2).
Il problema dell’epoca che attraversiamo è la sparizione della memoria nel dibattito pubblico. Calvino nelle sue Lezioni Americane più di un quarto di secolo fa (quando gli intellettuali davano gli occhiali per guardare lontano) rilevava che già allora eravamo bombardati da una nuvola di immagini che si dissolveva immediatamente come i sogni, senza lasciare traccia nella memoria. Figurarsi oggi tra post, twitter, social, multimedialità. Tanta comunicazione in cui si perde il filo di un orientamento. Del resto Jonathan Swift, il corrosivo autore dei “Viaggi di Gulliver, scriveva in un suo fortunato saggio, L’Arte della Menzogna Politica, che “vi è un punto fondamentale che distingue il bugiardo politico dagli altri esperti di quest’arte: egli necessita di breve memoria”.
L’alta velocità delle parole e il binario morto delle opere 2.0
Un anno fa, a proposito dell'inutile stazione al Alta Velocità a San Lazzaro, scrivevo le considerazioni qui sotto riportate. Ci sarà qualcuno che pagherà per una spesa inutile di cui si conosceva già l'esito?
L’alta velocità delle parole e il binario morto delle opere
E’ dal 1990 che i progetti e la discussione sull’alta velocità si arricchiscono di nuovi capitoli, mentre le opere sono su un desolante binario morto. Ora, a imprimere una nuova contorsione, arriva una stravagante proposta di collocare la stazione Alta Velocità a San Lazzaro, spostando in un eterno domani il momento delle decisioni condivise. L’ha comunicato Zaia all’assemblea degli industriali informandoli di aver finanziato uno studio di fattibilità per una spesa di 50 mila euro. E così riparte il circo della chiacchiera infinita, delle discussioni a vuoto senza conseguire risultati e tanto meno opere. C’è una ragione, fra le altre, che probabilmente spiega perché l’ultimo anno questa sia diventata la regola: i protagonisti provengono tutti da fuori città, con questa hanno poca dimestichezza, poco sanno di Padova e dell’idea di futuro che la città ha via via sviluppato, e dunque obbligano il mondo a fermarsi, a ripartire da zero, perdendo tempo, soldi, opportunità, energie preziose ed allontanando investitori seri che hanno bisogno di certezze e non di continui cambi di rotta.
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