L'ospedale nella palude e le sfuriate di Zaia

2013 Zaia e Ivo firmaCaro Presidente, caro Luca,
ho letto oggi che la situazione di stallo in cui si trova l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale, peraltro prevedibile, ha provocato una tua giusta sfuriata - anche se tardiva - nei confronti di chi ti ha messo in queste condizioni. Posso capire il disagio provato da uno che ci ha messo la faccia e, a dispetto delle più volte annunciate pose della prima pietra, si ritrova a fare i conti con un’opera sempre più in alto mare, dove le parole hanno finito per sostituire le pietre. So bene che quella di oggi, nonostante il comprensibile tentativo di dissimulare i conflitti e le incomprensioni personali, è una situazione che sei stato costretto a subire a causa dei “ricatti” politici a cui sei stato sottoposto dal sindaco pro tempore della città. Per chi vive a Padova è cosa nota.
Ma anche tu hai delle responsabilità, perché, inutile ricordatelo, avevi già sottoscritto un accordo di programma con tutti gli enti ancora nel luglio del 2013. E, non va dimenticato, quell’accordo era frutto di un lungo lavoro durato anni, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni.


Ricordo bene che in quell’occasione avevi annunciato la posa delle prima pietra entro due anni; così come ricordo altrettanto bene che, consapevole dei rischi derivanti dalle elezioni, avevi chiesto a tutti gli attori l’impegno a tenere il tema fuori dalla campagna elettorale, invitando a creare attorno al nuovo ospedale una sorta di “No Fly Zone”. L’avevi chiamata proprio così. Parlavi ai presenti, ma evidentemente pensavi ad un convitato di pietra che stava fuori…
Come sia invece andata, a causa delle violazioni dei tuoi appelli proprio da parte del tuo compagno di partito, è ahimè storia recente, e i risultati per la sanità padovana sono sotto ai nostri occhi. Altro che eccellenza della scuola medica!
In un primo momento ho pensato che il cambio di area fosse figlio solo di un’impuntatura politica da parte di chi mi era succeduto, così come l’invenzione dell’acquitrino e della palude fossero solo espedienti politici supportati da qualche tecnico compiacente per indurre al cambio di localizzazione. Dunque, una semplice scelta “politica”.
Ricordo anche, come il direttore generale dell’azienda, persona seria e scrupolosa, incredulo che avessimo potuto costruire un accordo di programma su un’area che il nuovo racconto voleva paludosa, mi venne a trovare dicendomi di essersi recato sul posto - in una giornata in cui mezza città era finita sott’acqua - e come san Tommaso si era trovato di fronte, a dispetto dei racconti, ad una superficie asciutta. In fondo, anche tu hai piegato la testa, hai fatto finta che l’area di Padova ovest, che avevi condiviso, fosse improvvisamente diventata una palude: perché così chiedeva la politica politicante imposta dal tuo compagno di partito.
Questa convinzione del primato della politica, ti confesso, ha recentemente vacillato leggendo le cronache relative a un processo in corso a Padova, in cui è emerso agli atti che sarebbero state fatte pressioni per far risultare l’area di Padova ovest un acquitrino. Ti lascio immaginare i motivi.
Se rileggo anche le vicende del giro di valzer delle aree di Padova est, in cui alcuni ‘veggenti' immobiliaristi avevano potuto interpretare per tempo dove sarebbe finito il nuovo ospedale, mi si affollano pensieri non propriamente sereni. Penso che anche tu, anche se sono certo non ne sapessi nulla, dovresti porre un’attenzione particolare, perché, assieme a tutte le altre difficoltà e nonostante le innumerevoli forzature, l’opera potrebbe diventare sempre di più un miraggio. E non ce lo possiamo permettere.
Ben vengano, dunque, le tua sfuriata e la rilettura di quanto è accaduto. Forse potrebbe rivelarsi una condizione per uscire dalle sabbie mobili di oggi.

Ivo Rossi

Padova 6 maggio 2016

P.s. ti allego il link di un mio intervento in cui mi sono trovato a rileggere i fatti sono una nuova luce:
http://www.ivorossi.it/sito-nuovo/in-evidenza/243-crocevia-padova-est-2

da Il Mattino di Padova 5-3-2016:

articolo Cappadona

 da Il Corriere del Veneto 6-5-2016:

zaia sfuriata

 

 

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