Claudio Dario abbandona l'Ulss di Padova per Trento.... prima che la barca affondi
Nuova sfida, come sostiene Zaia?
Improbabile per un direttore generale con quel profilo, non a caso fino a qualche mese fa alla guida dell'Azienda più importante del Veneto e successivamente dell'Ulss.
Improbabile per uno che è stato il motore e il punto di riferimento nella predisposizione di tutti gli atti indispensabili per la realizzazione del nuovo ospedale, sia pur costretto dalla volubilità e inaffidabilità della politica a cambiare per strada valutazioni e atti.
Più probabile si tratti di una decisione maturata a seguito proprio dell'inversione radicale di rotta in atto nella sanità padovana, e della sua confusa contraddittorietà. La vicenda dello Iov a Castelfranco prima, ma soprattutto quella di Pediatria di queste settimane, probabilmente lo ha portato ad una valutazione generale sul proprio ruolo all'interno di una Ulss estromessa dalle scelte strategiche. Con un territorio sempre più ininfluente. Con processi di centralizzazione regionale che ricordano la vulgata sull'ottusa burocrazia centralistica romana.
Una persona con dignità e qualità professionali importanti come quelle possedute da Dario, possiamo immaginare non potesse più far finta di nulla. Il segnale d’allarme sicuramente era già scattato quando dall’Azienda è stato ricollocato all’Ulss.
Dunque, prima ancora che una perdita per il Veneto, questa vicenda ci dice quanto la sanità padovana versi in uno stato senza precedenti, dove nonostante le prime pietre promesse e ripromesse, lo stallo, la contraddittorietà, la linea costruita strada facendo e nuove inversioni a U prossime venture, siano il pane quotidiano per chi ha la ir-responsabilità della nostra salute.
E per chi questa responsabilità la avverte, la risposta non può che essere una.
Dario l'ha data.
Per il nuovo commissario un’idea, come Zaia, ce l’ho. E sono certo che coincide con la sua... perché so dove vuole andare a parare.
Ivo Rossi
Padova18 Maggio 2016
(foto: Il Mattino)