Nuovo ospedale: prima, le regole

ospedale est ovest4"Il progetto di un privato, in assenza della conformità urbanistica dell'area interessata alla realizzazione dell'opera pubblica, non può diventare di per sé variante urbanistica: le procedure vanno rispettate, altrimenti ci si colloca al di fuori delle norme che regolano gli appalti e la gestione del territorio". Sono i due punti fermi ribaditi durante la conferenza stampa di oggi dall'ex sindaco Ivo Rossi e il consigliere regionale Claudio Sinigaglia.
"Dall'accordo di programma del luglio 2013 sono passati due anni e mezzo. Due anni e mezzo buttati al vento. Non voglio qui intrattenermi su valutazioni politiche, sulla visione di città che una scelta comporta rispetto ad un'altra - spiega Ivo Rossi -. Ci interessa, in relazione all'incontro annunciato per il 10 dicembre, che le volontà del decisore politico siano coerenti con le leggi. Il passaggio obbligato è il Pati, e quindi la modifica conseguente del Pat: i due strumenti di pianificazione urbanistica. Va ricordato che la Regione ha sottoscritto assieme a 18 Comuni e alla Provincia l'accordo di pianificazione che ha fatto la scelta di collocare a Padova ovest l'ospedale. E dunque qualsiasi modifica deve essere apportata in quella stessa sede. Mi rendo conto che questo, per qualcuno, potrebbe sembrare un appesantimento delle procedure, ma le regole sono fatte non solo per essere rispettate ma anche per dare la certezza del diritto, fondamento della legalità rispetto all'arbitrio.

Il rapporto instaurato con il privato, ovvero Finanza e Progetti, (che alla luce della sentenza del Tar deve essere coinvolto), presuppone che venga sentito affinché ai rilievi che hanno portato ad una diversa scelta dell'area possa dare le sue controdeduzioni (desertificazione vecchio sedime dell'ospedale e i presunti problemi idraulici), quello che non si può fare è portare il progetto del privato su Padova est, un'area priva della conformità urbanistica. Contrariamente a quanto affermato dal sindaco, che dobbiamo ricordare non è la stazione appaltante, ma a questa sembrerebbe voler dare indicazioni contro legge, un progetto pubblico su un'area priva di conformità urbanistica potrebbe costituire di per sé variante, ma un progetto di privato, fatto per giunta per altra area, non può essere utilizzato a questo scopo. Non a caso la stazione appaltante non ha mai formalmente richiesto la presentazione di un progetto per Padova est, in quanto si configurerebbe un aggiramento delle procedure di evidenza pubblica.
Dunque, se l'amministrazione, per puro dispetto politico o per altri inconfessabili motivi vuole spostare il progetto a Padova est deve costruire una procedura coerente, e qualora voglia fare il nuovo ospedale utilizzando la finanza di progetto deve ripartire da capo. Tertium non datur.

“E intanto Bitonci ha perso altri 50 milioni di euro per il nuovo polo ospedaliero di Padova - aggiunge Claudio Sinigaglia - Infatti anche per il 2015 la Regione, che aveva messo in bilancio 50 milioni di euro per la tanto attesa e necessaria nuova struttura ospedaliera di Padova, dovrà indirizzarli ad altri investimenti di opere sociosanitarie venete. Già nel 2014 le indecisioni  del Comune patavino avevano costretto la Regione a dirottare ad altre aziende sociosanitarie l’analogo investimento di 50 milioni di euro. Quindi ad oggi Bitonci ha dilapidato ben 100 milioni di euro stanziati appositamente per il nuovo ospedale di Padova. La stessa cosa accadrà anche nel 2016, in quanto l’impegno della Regione era triennale per un totale di 150 milioni di euro. Le indecisioni e le continue contraddizioni dell’attuale Sindaco di Padova costano quindi tantissimo alla città e alla sanità padovana e stanno azzerando la possibilità di costruire il nuovo polo ospedaliero!”

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