La guerra del ‘braccio armato’ del sindaco contro l’Ascom
Leggo oggi sul Mattino l’ennesima puntata della guerra in atto all’interno delle realtà associative del commercio padovano, in cui il protagonista, nipote di una consigliera comunale, mi accusa di aver commesso un errore nel consentire ai grossisti di abbigliamento, operanti in zona industriale con superfici superiori a 1000 metri quadrati, di poter vendere al dettaglio, ricavando uno spazio al massimo di 50 metri quadrati. Ricordo, solo per amore della verità, che la richiesta ci venne presentata dal Centro Grossisti e dall’Ascom, per porre fine ad una limitazione che riguardava solo una categoria fra tutte quelle operanti in zona industriale, e per mettere gli operatori nelle stesse condizioni di chi si trova ad operare a poche centinaia di metri di distanza, per esempio in comune di Saonara, dove non vigono queste limitazioni.
In più, con questa modifica normativa, si rendeva impossibile agli operatori del centro ingrosso Cina di vendere ad dettaglio in quanto le superfici delle attività in nessun caso raggiungevano - ed era impossibile raggiungessero - tali metrature. Senza contare che in questo modo si rendeva trasparente la vendita al dettaglio, che per i grossisti titolari di propri marchi, poteva già avvenire senza il vincolo della superficie, sotto forma di spaccio aziendale di propri prodotti. Si potrebbe continuare con le grandi questioni relative alle moderne forme della concorrenza che l’e-commerce ha posto di fronte a consumatori e commercianti, sia al dettaglio che all’ingrosso. Ma è del tutto evidente che chi si immagina protagonista, per conto del sindaco, di una guerra contro l’Ascom e contro il suo vecchio presidente, ora al timone della Camera di Commercio (per giunta colpevole di far parte del Centro Grossisti sotto accusa), qualsiasi argomento sostanziale perde significato di fronte al valore simbolico della faida. Certo è che queste guerre, in cui i commercianti sono strumenti e non protagonisti, finiranno per danneggiarli ma, probabilmente, consentiranno qualche modesta carriera sulle spalle della categoria. Sono certo che l’attuale presidente Ascom, Bertin, saprà tutelare l’interesse della categoria che rappresenta e l'operato di chi l’ha preceduto.
Ivo Rossi
Padova 12 settembre 2015