La politica
Sul quarto mandato a Zaia la Lega esce sconfitta al Senato. E Putin, senza rivali (eliminati), punta al 5° mandato
di Andrea Martella e Ivo Rossi
A trent’anni dall’introduzione dell’elezione diretta dei Sindaci e a venticinque da quella dei Presidenti delle Regioni, dovrebbe essere cosa normale, per una classe dirigente attenta e rispettosa degli assetti e degli equilibri istituzionali, valutarne gli effetti e prendere in considerazione eventuali correttivi.
Le democrazie, infatti, possiedono un’architettura, fatta di pesi e contrappesi, che limitano la concentrazione dei poteri e pongono la legge al di sopra di ogni possibile arbitrio del “sovrano”, così da impedirgli di agire nel proprio particolare interesse.
Il Ponte sullo stretto di Messina, una scelta ai "limiti delle conoscenze tecniche"
Alaksej Navalny: quando i regimi dispotici uccidono gli oppositori
Israele e Palestina. Il riconoscimento del diritto ad esistere condizione per la pace
Podcast con cui si possono ascoltare gli interventi di Ivo Rossi, Vincenzo Pace e Emanuele Fiano
il testo del mio intervento
Ieri sera con un corteo silenzioso abbiamo ricordato il 3 dicembre del 1943, data di inizio delle deportazioni degli ebrei padovani. Lo abbiamo fatto unendo i luoghi simbolo: la casa comunale, l’università e la sinagoga.
Questa sera affrontiamo una delle discussioni più difficili, come può esserlo quella che avviene mentre parlano le armi, di fronte a nuove vittime innocenti e, come ci ricordava ieri lo scrittore israeliano Askol Nevo, non solo a fughe di massa nella striscia di Gaza, ma anche nel nord e nel sud di Israele. E quando a parlare sono le armi, e il dolore così profondo, ogni altra parola rischia di perdere significato tanto è forte l’inquietudine che provoca in ognuno di noi.
La domanda di pace, l’apertura di un negoziato che sostituisca le armi si sono via via scontrate con la dura consapevolezza che un negoziato ha bisogno di interlocutori che riconoscano l’altro, che non neghino, come fanno i terroristi di Hamas, l’esistenza di Israele.
L’informazione a nord est: una nuova sfida, in sei testate, per interpretare il mondo che cambia
Anche se può sembrare banale ripeterlo, nelle società democratiche l’informazione riveste un ruolo chiave nel rapporto fra cittadini e potere, tanto da essere spesso enfaticamente considerata il suo cane da guardia. Non a caso nelle autarchie e nelle dittature è trasformata in mero strumento della propaganda, negando la sua funzione e la libertà da cui si alimenta. Informazione e libertà pubbliche camminano assieme, per questo la nascita di un nuovo gruppo editoriale (Nord Est multimedia) è un fatto di assoluto rilievo pubblico, molto più decisivo di tanto vuoto chiacchiericcio politico, perché destinato a incidere in profondità sul futuro, sugli orientamenti e sul senso di appartenenza delle comunità del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia.
Mille morti, il silenzio e i troppi distinguo che svelano le nostre ambiguità
Mille ebrei ammazzati in un solo giorno richiamano, per dimensioni e orrore, quanto solo durante la Shoah il mondo ha conosciuto. Eppure, di fronte a questa immane tragedia, alle centinaia di ragazzi barbaramente sterminati mentre assistevano ad un concerto, alle famiglie rastrellate casa per casa (anziani, donne e infanti compresi), alle donne umiliate, ferite e rapite dai terroristi da Hamas, flebili sono stati i messaggi di solidarietà incondizionata verso queste vittime innocenti e di denuncia della disumanità degli autori di queste azioni efferate.
I silenzi, i distinguo, i se e i ma, il voltarsi dall’altra parte svelano le nostre troppe ambiguità.
Per Zaia "il limite ai mandati è insulto ai cittadini".
Ivo Rossi
“Il tetto ai limiti dei mandati è un insulto ai cittadini”. Il prudente Luca Zaia, che finora aveva lasciato questa battaglia ad personam al campano De Luca, con queste parole ha rotto gli indugi per perorare la causa del suo quarto mandato. Senza peraltro porre limiti alla provvidenza.
Ma qui non si sta discutendo di provvidenza e tanto meno di uomini della provvidenza. Le democrazie, a dispetto di quei regimi in cui il capo definisce le regole in base alle sue personali convenienze di potere, possiedono una grammatica rigorosa, fatta di pesi e contrappesi che limitano la concentrazione dei poteri. Improprio è anche il richiamo al giudizio del popolo, condizione necessaria ma non sufficiente,
Human Rights - Ukrainian Art in mostra al Centro culturale Altinate/san Gaetano
La mostra ospitata al Centro culturale Altinate/San Gaetano di Padova, fortemente voluta e curata da Liudmila Vladova, mette in scena, attraverso le opere di artisti ucraini, molte delle quali provenienti dalla città di Kherson, il dramma di oggi e le speranze di ieri, gli stati d’animo e la creatività libera del tempo di pace e lo sgomento cupo della luce e del colore della guerra. Ad un anno dall’invasione russa, questa mostra testimonia la nostra vicinanza non formale ad un popolo che sta combattendo per la propria e per la nostra libertà.
La democrazia italiana ha bisogno di un Pd forte. Con Bonaccini per aprire una nuova stagione
di Ivo Rossi
Le primarie del Partito Democratico, ancorché uno strumento che antepone alla costruzione di una proposta politica la scelta di uno dei due candidati alla segreteria, rappresenta comunque uno dei pochi casi in cui un partito politico affida le sue scelte non solo ai propri iscritti ma a tutti i cittadini che condividano una carta dei valori. Pur con tutti i suoi limiti, il Pd rappresenta uno dei pilastri fondamentali della democrazia italiana, una piantina da coltivare con cura, perché la democrazia non ci è stata data una volta per tutte, ma va continuamente inverata nella difficile pratica quotidiana. E i primi a dimostrare il valore e la pratica della democrazia sono proprio i partiti. O almeno dovrebbero.
Sul "ritorno" delle province. Gurisatti e Corò sulla moltiplicazione dei livelli istituzionali e l’efficacia delle politiche pubbliche
di Ivo Rossi
La moltiplicazione dei livelli istituzionali e l’efficacia delle politiche pubbliche è stata al centro dell’intervento di Gurisatti e Corò apparso qualche giorno fa su Il Mattino di Padova. Il loro sguardo da economisti attenti alle dinamiche dell’economia veneta e al miglioramento della governance pubblica, in funzione della crescita economica e sociale, coglie in pieno la discrasia esistente fra le enunciazioni e i fatti, in un susseguirsi di iperboli verbali e di più prosaiche proliferazioni di enti strumentali.
Sollevano in particolare due questioni, che attengono alle geografie delle istituzioni territoriali e alla loro efficacia: il cosiddetto “ritorno” delle province e la discussione metafisica attorno all’autonomia, sempre più immiserita ad atto di fede astratto, mai declinata sul versante del merito e dunque sul modo in cui inciderebbe e potrebbe migliorare la vita dei cittadini e, come si usa dire oggi, delle imprese.
Il Partito Democratico al bivio in una Italia spaccata in due. La sfida fra riformismo e populismo dei sussidi
Il 25 settembre gli italiani hanno scelto. Adesso è il tempo delle riflessioni per gli sconfitti e della faticosa composizione del governo per i vincitori, che come altri in campagna elettorale sono stati prodighi di promesse a destra e a manca. Confesso che non mi appassionano le analisi del voto in cui di fronte alla sconfitta tutto si riduce a pura aritmetica, con lezioni impartite anche da chi aveva visto la “mucca nel corridoio”. Sommatorie a tavolino, quelle del senno di poi, in cui i cittadini birilli come per incanto si sarebbero ritrovati tutti assieme a dispetto delle loro convinzioni su gigantesche questioni di fondo.
Il Parco del delta del Po compie un quarto di secolo
25 anni fa, con la Legge regionale n. 36, l'8 settembre del 1997 veniva finalmente istituito il Parco del Delta del Po. Un risultato straordinario perseguito per anni dal gruppo consiliare dei Verdi in Consiglio regionale, allora formato da Michele Boato e Ivo Rossi, che qualche anno prima, nel settembre 1991in piazza Ciceruacchio a Porto Tolle, erano stati addirittura aggrediti da un gruppo di cacciatori anti parco, poi, per questo, finiti sotto processo. Ma le buone idee meritano buone battaglie e quella per l'istituzione del Parco del Delta lo era.
Felice di aver dato un contributo, perché la politica è battersi per il cambiamento possibile e, in tempi non sospetti, per la sostenibilità del pianeta e per la tutela delle aree ecologicamente più fragili e ricche di biodiversità.
Buon compleanno #parcodeltapo
di Ivo Rossi
Se 12 milioni buttati vi sembrano pochi. La caserma dei Vigili del Fuoco di Padova e il pericolo del Tremonti ter
Il 25 settembre saremo chiamati ad eleggere il nuovo Parlamento, e anche se la maggioranza dei cittadini tende ad esprimere il voto per appartenenza senza chiedersi a chi vada la propria preferenza, valutare la qualità dei candidati è indispensabile, tanto più se questi aspirano anche a fare i ministri e come tali vengono presentati come "cugini" competenti.
Di quale competenza, è utile parlarne per non trovarsi fra qualche mese a leccarsi le ferite a causa dei conti pubblici fuori controllo.
La vicenda della caserma dei Vigili del Fuoco di Padova, è una piccola storia esemplare di spreco di 12 milioni di euro di denaro pubblico, che meglio di cento sofisticati ragionamenti spiega perché, prima di votare è necessario chiedere conto ai candidati, e fare i conti.
Autonomia e autonomie. Appunti per il Forum degli amministratori locali del Partito Democratico
Autonomia e autonomie
Matteralla e la fragilità della nostra democrazia; Autocrazie e processo democratico; Le autonomie e la riforma fiscale sui patrimoni (catasto); La fedeltà fiscale.
https://www.partitodemocraticoveneto.com/le-autonomie-e-la-fragilita-della-nostra-democrazia/
La presente riflessione era stata preparata in occasione del Forum degli amministratori locali svoltosi a Limena, che ha dimostrato, una volta di più, l’importanza di dotarsi di uno strumento permanente in cui la comunità degli amministratori locali, e non solo, possa confrontarsi e diventare protagonista delle politiche volte all’autogoverno delle nostre realtà territoriali.
La Lega per il catasto delle iniquità. Il caso Padova e la giusta fermezza di Draghi
di Ivo Rossi
C’è una traccia tutta padovana che spiega perché sul catasto Bitonci, speaker nazionale della Lega sulla delega fiscale, stia raccontando un‘immensa orwelliana bugia trasformata in “post verità”. A smentire il Bitonci “arruffa popolo” è il “Bitonci sindaco”, quello che nel 2015 promuove un sacrosanto e giusto ricorso contro lo sperequato prelievo effettuato dallo Stato ai danni del Comune di Padova, in materia di contributo al fondo di solidarietà verso i comuni con minori capacità fiscali.
Nelle strade di Kiev rivive il dramma cileno di Salvador Allende e di un popolo
Appartengo alla generazione che all’età di 18 anni è diventata adulta assistendo incredula e inorridita al golpe militare di Pinochet e all’uccisione del presidente cileno Salvador Allende. L’assedio di queste ore ai palazzi del governo di Kiev e la caccia all’uomo ordinata da Putin nei confronti del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, proiettano, ancora una volta, le tragiche immagini in bianco e nero del Palacio de la Moneda, che pensavamo appartenere ad una delle pagine buie della storia.
Quel primo tragico 11 settembre del 1973 fu una molla per milioni di giovani che al grido: “el pueblo unido jamàs serà vencido” scesero in piazza e animarono le strade d’Europa. Le canzoni degli Inti Illimani divennero bandiere di libertà e di impegno per la democrazia.
Il Conclave di Montecitorio, lo stato della politica, dei media e quello di salute della nostra democrazia
Proviamo a immaginare cosa succederebbe se i cardinali riuniti in Conclave per l’elezione del nuovo Papa cominciassero, smartphone alla mano, a twittare come ragazzini lasciando trapelare assieme alle loro preferenze anche le loro umane antipatie. Se prima e dopo i voti, uscendo dalla Cappella Sistina, finissero travolti e rincorsi da nugoli di giornalisti e narcisisticamente compiaciuti cominciassero e rilasciare chilometriche dichiarazioni, magari condite di latinorum… Quale immagine darebbe di sé l’austero consesso chiamato a eleggere il nuovo pontefice?
L’Italia nel cuore dell’Europa
L’incarico a Mario Draghi di formare un nuovo governo, al di là dell’esito che conosceremo nei prossimi giorni e senza nasconderci le difficoltà e la complessità che sarà destinato ad incontrare, ha impresso ai processi politici un’accelerazione senza precedenti. Il deciso cambio di passo obbliga tutte le forze politiche a ridefinire sé stesse, e a mandare rapidamente in soffitta logore parole d’ordine, buone per i talk show ma non per governare. La propaganda sarà chiamata a misurarsi con scelte difficili per rimettere in moto la crescita del paese, la sola che può generare benessere e sanare le disuguaglianze e il crescente rancore sociale.
Recovery, l’appello degli ex sindaci: le città siano protagoniste - Corriere della Sera 8 gennaio 2021
La proposta: I fondi europei vanno investiti su progetti coerenti con gli obiettivi di sostenibilità fino ai territori - Gli ex sindaci
Le città sono il luogo in cui si attuerà (o non attuerà) il nuovo sviluppo sostenibile: per ridurre le disuguaglianze e aumentare il benessere sociale. Le comunità urbane e le loro amministrazioni sono il soggetto che avvierà (o non avvierà) le trasformazioni necessarie sul piano ambientale, sociale ed economico. La rigenerazione urbana e delle comunità, la rinascita culturale, i “buoni governi”, nel nostro Paese sono sempre iniziati dalle città. Per essere oggi nuovamente all’altezza di questo compito “storico” occorrono risorse, competenze e volontà di innovazione.
Il referendum e i tagli con l'accetta: io voto NO
In occasione del referendum costituzionale del 2016 votai Sì. Il quesito, allora, proponeva l’eliminazione del bicameralismo paritario con la trasformazione del Senato nella Camera delle autonomie (regioni e comuni). In questo modo si sarebbe ottenuta una significativa riduzione dei parlamentari in un’ottica però riformatrice. Allo stesso tempo, infatti, rivedendo una previsione troppo larga di materie concorrenti introdotta con la riforma del 2001, si introduceva una diversa articolazione delle competenze esclusive dello Stato e delle Regioni, riducendo le ragioni di molti conflitti istituzionali generatisi negli ultimi 20 anni. L’esito è noto, ed è singolare che molti degli allora più accesi sostenitori del No, che paventavano pericoli per la democrazia e una sorta di attentato alla nostra Carta costituzionale, oggi, spesso con argomenti risibili, sostengano invece il Sì o si rifugino nel dubbio dell’asino di Buridano.