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C'è una bella Padova in finale di Champions a sfidare Manchester

Specola15La rappresentazione delle città, e Padova non è da meno, spesso è fatta di stereotipi che noi stessi contribuiamo a costruire e che, alla lunga, finiscono per diventare l'idea che gli altri, tutti gli altri, hanno di noi. Le interviste andate in onda la scorsa settimana durante la trasmissione Piazza Pulita hanno mostrato una Padova incupita e in difesa, con una Piazza delle Erbe molto diversa da quella che conoscevamo, da cui sono uscite parole dure, cattive, quasi impronunciabili.

"Che i se nèga", diceva una nostra concittadina, quasi che i profughi, tra cui molte donne e bambini, non fossero persone ma solo cose, rifiuti. Probabilmente parole figlie di questi nostri tempi in cui prevalgono, e sembrano aver successo, solo gli imprenditori delle paure, che hanno prodotto lo sdoganamento di un linguaggio e di sentimenti che la coscienza collettiva ha sempre rigettato.
Esiste però un'altra Padova, più bella anche se meno conosciuta, che lavora in silenzio e non fa notizia perché non urla, che anziché chiudersi intesse relazioni con il mondo e che, per far vincere questa nostra città, non alza muri ma si mette in relazione con il mondo.
E' la Padova della nostra Università e del suo Dipartimento di Fisica e Astronomia che assieme all'Istituto Nazionale di Astrofisica negli ultimi anni hanno saputo, non solo far emergere il proprio valore scientifico, ma affermarsi fino ad arrivare ad una scadenza di assoluto rilievo mondiale.
E come le partite di Champions, anche questa si gioca di mercoledì, nella non lontana Manchester, mentre i riflettori e l'interesse locali sono stancamente concentrati su storie di quotidiano "degrado". In Gran Bretagna, dunque, Padova, portabandiera di un'Italia che non si ripiega e che scommette su se stessa, giocherà la sua finale più importante che vede in palio l'assegnazione del quartiere generale di un ambiziosissimo progetto mondiale che prevede la realizzazione del più grande radiotelescopio del pianeta. Se la decisione dovesse esserci favorevole, come la qualità del progetto proposto sembra indicare, si aprirà una nuova stagione per la nostra Università, per la ricerca e per l'industria padovane e venete.
Se anziché giocare nel campionato dilettanti si sta giocando nella massima serie, lo si deve a persone tenaci che, in silenzio, hanno saputo essere credibili sul piano progettuale e in grado di possedere uno straordinario credito scientifico. Persone e istituzioni che hanno saputo fare alleanze, fare squadra, e che hanno saputo coinvolgere ogni livello del governo del Paese.
E' stato un bellissimo esempio di cooperazione con: il Ministro dei Beni culturali che ha garantito la disponibilità alla concessione del Castello dei Carraresi di Padova per la sede del quartier generale; il Ministro della Pubblica Istruzione e della ricerca scientifica che fin dall'inizio, assieme al Ministero dell'Economia, hanno fornito il supporto e garantite le risorse necessarie; il Ministero degli affari Regionali che ha mantenuto uno stretto raccordo fra le istituzioni; il Ministero degli Esteri che si è impegnato a regolare con trattato internazionale i ricercatori (stabilmente circa 120) che da tutto il mondo lavoreranno nella nostra città con uno status diplomatico simile a quello dei loro colleghi del CERN di Ginevra. Senza contare che saranno più di 4000 l'anno i ricercatori e i professori, 'migranti' che ci si augura nessuno immagini di respingere, che ruoteranno nella nostra città provenienti da ogni parte del pianeta. Basterebbero questi cenni per testimoniare il valore del paziente lavoro fatto dal prof. Massimo Turatto che ha saputo, assieme al Presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica prof. Giovanni Bignami e al Rettore, prof. Giuseppe Zaccaria, costruire costruttivi solidi legami con il governo nazionale, indispensabili per competere a questi livelli. E sono orgoglioso di aver portato anch'io un piccolo contributo in questa direzione. Ben altro atteggiamento e approccio, dunque, rispetto a quello che la politica cittadina mette in scena ogni giorno verso il governo, verso Roma, in un conflitto permanente quanto improduttivo che ci isola e che ci fa apparire antipatici e marginali al resto d'Italia.
Nonostante la politica cittadina, l'Italia e il suo governo hanno creduto e lavorato per Padova.
A testimonianza dell'impegno del sistema Italia verso questo progetto, e del valore della sfida con Manchester, fortemente sostenuta dal gabinetto Cameron, vale per tutti l'intervento, in prima persona del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che si è speso con forza verso gli altri stati membri del consorzio.
Se si è arrivati a questo punto, e ci auguriamo che mercoledì lo sforzo straordinario fatto fino ad oggi possa essere coronato dal successo, lo si deve a coloro che, possedendo una visione, hanno saputo trasformarla in progetto e hanno saputo guardare oltre le anguste mura domestiche. Una lezione per tutti noi, per uscire dal nostro provincialismo impaurito, per ripartire dal sapere come condizione per aprirci al mondo andando oltre l'innaturale chiusura di questi nostri tempi.
Comunque vada, una bella pagina per Padova e per l'Italia, che non ha guardato alle appartenenze, ma ha saputo guardare al bene comune.

Ivo Rossi

Padova 27 aprile 2015


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