Il comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), nel corso della seduta odierna, preparatoria di quella di domani, ha proposto la revoca del finanziamento per il Tram di Padova che la città, grazie all'impegno congiunto del relatore alla legge di stabilità Giorgio Santini, al Ministro Flavio Zanonato (governo Enrico Letta) e all'amministrazione allora guidata dal sottoscritto era risuscita a far inserire in legge.

Si trattava di un finanziamento importante, fra i 60 e i 70 milioni di euro per la realizzazione della nuova linea tramviaria Voltabarozzo, Stazione FFS, nuovo Ospedale, Stadio Euganeo. Un finanziamento faticosamente conquistato con un'indicazione prioritaria prevista dalla legge a favore di Padova. Oggi la città, grazie alla nuova amministrazione, impegnata in un quotidiano tour de force di chiacchiere feroci e zero fatti, e che non ha trovato né il tempo né la capacità di presentare un progetto entro il 31 di dicembre 2014, è stata esclusa dal finanziamento a favore di Milano. Se non fosse una notizia serissima verrebbe da dire che le due leghe in conflitto penalizzano il Veneto e i padovani. In questo modo si buttano al vento soldi e lavoro per la città, un progetto di organizzazione moderno della mobilità, si rinuncia alla sua sostenibilità presente e futura e ad una visione europea del suo futuro in un mondo globalizzato. Dopo il nuovo ospedale, derubricato e definanziato a causa della bega con Zaia, ora la retrocessione anche per il Tram ci indica la drammatica strada verso una città che ha perso il senso del suo sviluppo. In soli 10 mesi mai nessuna amministrazione era stata tanto incapace e isolata. In guerra con il resto del mondo. Sprezzante verso l'Università. In conflitto con la Camera di commercio e le organizzazioni di categoria. Insultante verso tutti coloro che non portano il fazzoletto verde nel taschino. Insomma, un danno immenso destinato a ripercuotersi negativamente sulle generazioni future.