Il cors'Ivo: Norma Cossetto e il dovere di guardare alla storia e alle sue contraddizioni

ricordo 10 febbraio normaBasterebbero buone letture, ultima in ordine di tempo “La zaratina” di Silvio Testa, per riandare all’orrore di una storia tragica vissuta dagli italiani istriani e dalmati (indistintamente associati ai fascisti che, dopo la prima guerra mondiale, volevano italianizzare a forza terre in cui convivevano da secoli etnie diverse), vittime della pulizia etnica messa in atto dai partigiani titini fra gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso. Una storia fatta di sofferenze atroci, di esodo e infoibamenti di massa, di una pulizia etnica e politica, di campi di concentramento, che non a caso il Parlamento ha deciso di ricordare con un giorno della memoria, che qui a Padova si celebra ogni anno, dove non sono mancati i sindaci che hanno espressamente ricordato Norma Cossetto. 

Invece, dobbiamo purtroppo continuare ad assistere a un uso delle vittime come arma da brandire o da negare, come accade ancora in questi giorni attorno a un fumetto, che diversamente sarebbe finito solitario volumetto destinato al ripostiglio di qualche militante di scarse letture. Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana, che per non aver rinunciato alle proprie idee e non aver accettato di collaborare con i suoi carcerieri, nel settembre del 1943 è stata violentata, torturata e infoibata, rischia di continuare a essere vittima dei diversi furori ideologici.  E questo, per una città matura non è accettabile, in primo luogo per rispetto verso le vittime, tanto più nella città nel cui motto dell’università campeggia un insindacabile “patavina libertas”. Basterebbe ricordare che nel 2011 l'allora rettore del’Università di Padova, Giuseppe Zaccaria, ha sentito il dovere di dedicare alla sua studentessa Norma Cossetto una targa commemorativa e il Presidente della Repubblica Ciampi, nel 2005, a conferirle la medaglia d’oro al valor civile, ricordando la: “giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio”. Per chiunque voglia coltivare il pensiero della libertà e della verità, voglia fare i conti con il proprio passato senza rimanere in eterno ancorato al rancore, c’è una sola strada per sconfiggere il fascismo e le sue manifestazioni, ed è la forza delle idee, in un comune orizzonte europeo pacificato.

Ivo Rossi

Padova 31 Marzo 2018

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