Nuovo ospedale: la sai l'ultima? Confusione, improvvisazione e malafede affossano Padova

san-lazzaro"Ladri di verità" è l'espressione spesso usata da Marco Pannella nei confronti di quella parte del potere politico che fa uso sistematico della falsificazione dei dati per conservare il proprio potere.
Chi se ne serve, generalmente, confida su due fatti: la difficoltà di accesso agli atti da parte della stragrande maggioranza dei cittadini e, dall'altra sull'eventuale atteggiamento distaccato dei media.
Il comunicato rilasciato ieri dal sindaco, sull'ennesimo cambio di linea e di area in cui insediare il nuovo ospedale (che dà l'idea dell'assenza di una visione strategica della città e della sua organizzazione), è un chiaro esempio di come si possano raccontare grossolane falsità confidando nell'impossibilità di farsi un'opinione oggettiva da parte dei cittadini.

Viene dichiarato che l'area sarebbe immediatamente disponibile, in quanto metà sarebbe quella di proprietà comunale (ricordo che è stata messa in vendita dall'attuale amministrazione con delibera n. 58 del 4.8.2014 con scadenza dei termini per la presentazione di offerte entro il 12 novembre, ovvero domani) e l'altra metà invece di proprietà di privati, su cui, val la pena di ricordarlo, esiste un piano urbanistico approvato.
Si dice che i lavori sarebbe "possibile avviarli da subito, consentendo ai cittadini un risparmio sulle spese di esproprio, stimato in 100 milioni di euro".
Si tratta di numeri sparati a casaccio, usati, non si sa se per ignoranza o malafede, per colpire l'opinione pubblica.
Cento milioni è un numero che non è mai esistito. Per l'acquisizione dell'area di Padova ovest, calcolando un prezzo d'esproprio attorno ai 45 euro a metro quadrato (valore di acquisizione delle aree Peep) e immaginando l'acquisto dei 500 mila metri ritenuti necessari, il valore stimato diventa di circa 22 milioni di euro, lontanissimi dai 100 indicati per confondere i cittadini.
Perché allora indicare il valore 100 se non per indurre nella pubblica opinione l'idea che si sarebbero buttati via dei soldi? Ma è davvero corrispondente al vero che con la scelta di Padova est si risparmierebbe?
In realtà i 200 mila metri dei privati, scendono a 100 mila se si considera che sull'area esiste un piano urbanistico approvato che prevede la cessione di metà superficie, e qualora si ritenga di acquisire il resto dell'area, i valori di esproprio schizzano alle stelle viste le previsioni del piano approvato.
Rimanendo su area pubblica la superficie disponibile sarebbe dunque di 300 mila metri quadrati, ben inferiori alle necessità del nuovo policlinico e del campus universitario.
Altra affermazione completamente bugiarda è quella in cui viene sostenuto che: "l'insediamento del nuovo Ospedale in loco consentirebbe peraltro di scongiurare l'apertura di una grande struttura di vendita, come invece aveva previsto il piano del commercio della precedente amministrazione, nonostante il parere contrario delle associazioni di categoria".
Si tratta dell'ennesima riprova della malafede con cui si raccontano i fatti di questa città. Basti dire a questo proposito che le previsioni urbanistiche indicanti la destinazione commerciale dell'area pubblica è stata adottata con variante n. 116 del 16/9/2002 dalla giunta di centrodestra guidata da Giustina Destro.
Nonostante questa previsione, per oltre dieci anni, noi non abbiamo mai messo in vendita l'area (come invece ha fatto in questi mesi l'attuale amministrazione) né l'abbiamo mai nemmeno inserita nel piano del commercio in ossequio all'obiettivo che ci siamo dati di non provocare un danno irreparabile alle piccole strutture commerciali della nostra città.
Quanto raccontato è verificabile (vedi anche il mio intervento su strutture per la grande distribuzione pubblicato con relativi allegati nel mio sito www.ivorossi.it) mentre c'è chi continua a raccontare balle e a cambiare continuamente idea. Naturalmente cedendo poi con fermezza, come le ultime vicende narrano.
Sulla 'canarina' della stazione dell'alta velocità di San Lazzaro, stendiamo un velo pietoso, perché fa parte delle chiacchiere fini a se stesse raccontate o con l'obiettivo di alimentarle gratuitamente oppure, e forse è un'ipotesi verosimile, perché non si conoscono i progetti condivisi con le Ferrovie in questi anni.
Ma governare il "bene pubblico" richiede ben altro atteggiamento ed etica della responsabilità. Compreso il dovere della verità.

Ivo Rossi

Padova 11 novembre 2014

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