E il nuovo ospedale, l’opera strategica, finisce in commedia

gallina volo2di Ivo Rossi, Gianni Berno, Claudio Sinigaglia. Continua senza sosta la commedia degli equivoci attorno al nuovo ospedale, fatta di dichiarazioni e di impegni solenni, validi ovviamente fino alla successiva immancabile smentita. Richiamati dal rettore dell’Università di Padova al rispetto dei tempi pattuiti, Zaia ha virilmente risposto che “la Regione è sul pezzo”, mentre il balbettante Comune ha ribadito che sì, in effetti, è in possesso di un’area, ma che per i 120 mila metri quadrati mancanti, i privati hanno qualche difficoltà a cederla.
In poche parole, quell’area di Padova est i privati sarebbero disponibili a cederla solo con la certezza che l’ospedale si faccia. Ed è evidente che qualche dubbio comincia ad allignare anche in chi ha coltivato e sperato in un sindaco che sapevano sì benefattore, ma non così incapace. Uno si chiede: come mai questa riluttanza, visto che hanno già ottenuto la cubatura e le destinazioni graziosamente e generosamente concesse dal Comune? La risposta appare evidente: la pur notevole cubatura concessa dal Comune pur di ottenere l’area, ha un valore solo qualora l’ospedale venga effettivamente realizzato, diversamente diventa una cubatura di carta, dal valore simile a quella precedente il cambio di destinazione. Come a dire che l’affare si fa solo se il vantaggio procurato passa dalla virtualità alla realtà. E qui di nuovo ci si ferma.

Riepilogando, scartata Padova ovest (quella che Zaia nel 2013 - anche allora “sul pezzo” - aveva annunciato sarebbe stata pronta per la prima pietra nel 2015), perché al centro di un inesistente acquitrino e perché si sarebbe dovuta acquisire l’area (in caso di esproprio per un valore di 15 milioni, oppure con una perequazione urbanistica di valore analogo e senza gravare sulle casse pubbliche, come sempre si è fatto negli ultimi vent’anni), si è scelta la strada tortuosa (avallata dalla Regione e dagli altri attori) di privilegiare un’area di un privato, zavorrato da debiti e passata di mano in virtù di informazioni privilegiate.

Dal Comune, prima della lunghissima impasse in cui è finita l’opera “strategica”, segnalavano baldanzosi che l’area sarebbe stata data alla Regione gratuitamente. Era davvero così? Ovviamente NO, in quanto la parte di proprietà comunale aveva già ricevuto una proposta di acquisto per un valore di oltre 10 milioni (milioni a cui dunque le casse comunali rinunciano) e la parte restante, su cui gravano le difficoltà di acquisizione, viene ceduta solo grazie alla valorizzazione (notevole) dei privati. Altro che gratuita! Una volta si sarebbe detto “socializzazione delle perdite e privatizzazione degli utili”.
Insomma, a due anni e mezzo di distanza, la farsa “strategica” del nuovo ospedale si ingarbuglia sempre di più, sia sul piano amministrativo che su quello politico e arreca un danno certo alla città, vuoi perché la realizzazione del nuovo ospedale via via si allontana e vuoi perché comunque si è determinato un danno patrimoniale al Comune.
Era possibile fare diversamente? Certo. Bastava confermare la scelta di Padova ovest, acquisendo l’area grazie a una perequazione urbanistica (considerata nel rapporto fra pubblico e privato la più equa e sostenibile d’Italia) a costo zero per il Comune e attribuendo ai privati proprietari un valore incommensurabilmente minore di quello graziosamente concesso a Padova est. Oggi avremmo già fatto il giro di boa della prima pietra e si sarebbe potuto guardare con più fiducia al futuro. Responsabilità? Sì, di quelle istituzioni che hanno consentito il dispiegarsi della farsa messa in atto dal Comune, soprattutto della Regione, venuta meno ai propri impegni e che per pavidità e connivenza politica non ha saputo e voluto proseguire sul solco già tracciato, finendo per subire la regia del confusionario e incapace sfascia-carrozze arrivato in Comune.
E dopo due anni e mezzo di sole chiacchiere e di conflitti fra le istituzioni, appare sempre più chiaro che più che l’opera strategica poté il kebab.


Ivo Rossi, Gianni Berno, Claudio Sinigaglia


Padova 8 novembre 2016

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