La città con Giordani e Lorenzoni per uscire dal tunnel

IMG 4951Fra pochi giorni saremo chiamati a decidere se affidare la guida della città a chi l’ha trasformata in un laboratorio della divisione rancorosa e dell’autoisolamento impaurito, oppure a chi, consapevole delle grandi potenzialità culturali, economiche e umane, intende impegnarsi per liberare le energie di una comunità solida, che ha bisogno di ritrovare fiducia e consapevolezza in se stessa e nei propri mezzi.

E’ una sfida decisiva, perché altri anni di stagnazione sarebbero esiziali per il futuro di tutti noi, delle famiglie e delle imprese. E’ una sfida che non riguarda solo noi, riguarda anche il Veneto, sfibrato dagli scandali del Mose e dalla dilapidazione del più grande patrimonio di ricchezze private e di fiducia collettiva (Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca) mai avvenuta prima.

Un Veneto per questo disperatamente alla ricerca di una nuova classe dirigente, dalle istituzioni all’economia, che sappia andare oltre agli svolazzanti tweet e ai conflitti seriali con le altre istituzioni. Un Veneto che ha bisogno di un nuovo dinamico baricentro fisico e culturale, che solo Padova può offrire, per andare oltre i limiti sempre più evidenti del leghismo pedemontano. Nella sfida di Padova c’è molto di più della guida amministrativa.

Per questo sono certo che Giordani e Lorenzoni, entrambi umanamente e politicamente all’altezza della sfida e liberi da antichi condizionamenti, sapranno offrire a tutti noi l’opportunità di una guida sicura alla città e a un Veneto disorientato e impoverito, in primo luogo nel linguaggio pubblico. Ostacoli veri non ce ne sono. I programmi, su cui i due candidati sindaci hanno chiesto il voto, sono sostanzialmente simili, e non saranno piccole ambizioni o vecchi rancori a poter fermare un processo troppo importante per essere affrontato con la testa rivolta all’indietro.

A differenza di tre anni fa, vedo un clima decisamente positivo, con protagonisti che si rispettano e si stimano. Non vedo candidati che dettino diktat. Non vedo scorpioni che chiedano alla rana di traghettarli con le primarie, pronti a far affogare entrambi. Non vedo gruppi che immaginino di prendere prigioniero il futuro sindaco per renderlo strumento di piccoli interessi.

Oggi si respira un clima decisamente diverso, anche se in questi tre anni è stata nel frattempo buttata al vento la prospettiva del nuovo ospedale assieme alla realizzazione dell’auditorium in piazza Eremitani, e sono stati rispediti nell’”odiata” capitale i settanta milioni del tram faticosamente conquistati da una città che sapeva far squadra. Persino Giotto, che per qualcuno sembrava allora sul punto di affogare, è guarito da solo e gode ottima salute. Sono però certo che Giordani e Lorenzoni sapranno riannodare i fili necessari affinché la città torni a coltivare quelle ambizioni che le appartengono e le competono per affrontare il tempo presente. 

Penso al nostro futuro con lo stesso spirito che deve aver guidato i nostri progenitori nel lontano 1218, dunque giusto 800 anni fa, quando una piccola ma vivacissima comunità decide di avviare la costruzione del Palazzo della Ragione. Era una sfida enorme, anche dal punto di vista simbolico, per affermare plasticamente il passaggio dai secoli bui del medioevo alla rinascita economica e culturale, avviata con l’affermarsi delle libertà comunali.  Solo quattro anni dopo quella comunità darà vita all’università (1222) e solo dopo altri quattordici anni (1232) all’avvio della costruzione della basilica del Santo.

Ai secoli bui è seguita la Padova che ancor oggi conosciamo e amiamo. Giordani e Lorenzoni, con il nostro voto, hanno la possibilità di farci uscire dal medioevo contemporaneo in cui la città è precipitata negli ultimi tre anni. Una grande responsabilità, per farci tornare a respirare un’aria liberata in un orizzonte europeo.

Ivo Rossi

Salboro, 14 giugno 2017 

Vai all'intervento sul Gazzettino di Padova, 16-06-2017

Vai all'intervento sul Mattino, 17-06-2017

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