Il cors'Ivo. Quando i cartelli stradali raccontano le traiettorie delle città, e aprono o imprigionano il territorio
"Questo cartello non c’è più …. e io, la mattina, non so più dove andare."
Alessandro Ongarato, giornalista a cui non fa difetto l’ironia, con il post pubblicato questa mattina sulla sua pagina Facebook, racconta di un cartello di indicazione stradale fatto togliere negli ultimi mesi di vita dall’amministrazione Bitonci, probabilmente per eccesso di orizzonte di riferimento.
Quel cartello, sicuramente non convenzionale, l’avevo fatto collocare qualche anno fa nei pressi del nodo di Padova est, con l’obiettivo di raccontare noi stessi, le nostre traiettorie reali e immaginarie fatte di aperture e di curiosità verso il mondo.
Quel cartello raccontava come la città avrebbe voluto avvertirsi - e voglio sperare possa presto tornare a pensarsi così - città aperta che si relaziona con il mondo, che vive nel mondo, che si sente al centro di un sistema in cui le città e i popoli dialogano fra di loro, che si sente vicina alle grandi capitali europee e alle nuove frontiere cinesi. Che si avverte nel cuore dell’Europa senza barriere.
L’eliminazione di quel cartello, che probabilmente giace in qualche magazzino comunale, è un piccolo segnale di come le chiusure mentali finiscano per restringere anche i territori, per chiuderci dentro confini che ci impediscono di vedere cosa accade fuori. Nella gabbia immaginaria, dove siamo stati portati negli ultimi tre anni, forse per qualcuno l’unica indicazione ammessa era Castelfranco. Ma solo perché vicina a Cittadella. 12 aprile 2017