Anche l’aria è irrespirabile dopo due anni di politiche del trasporto pubblico clientelari e demenziali

FullSizeRenderIn una città in cui negli ultimi due anni in troppi hanno preferito chinare la testa o girarla dall’altra parte (preferendo non vedere la china verso cui l’amministrazione decaduta ci ha portato), suonano come una boccata d’aria fresca in una città letteralmente inquinata, nell’aria e nello spirito, le valutazioni sullo stato penoso del trasporto pubblico espresse dall’amministratore delegato di BusItalia,.
Se in due anni la velocità commerciale del Tram si è ridotta da 16, 8 km/h al 15,89, ciò è potuto accadere perché è stato messo in atto un smantellamento delle politiche in materia di mobilità e di trasporto pubblico che avevo costruito in ben 10 anni.


Quando si è consentito l’inutile attraversamento del traffico privato davanti alla stazione ferroviaria, spostando i taxi sotto una ridicola pensilina di qualche metro e regalando la corsia protetta da oltre 80 metri coperti al traffico privato ed agli utenti di Uber, quale effetto si immaginava ottenere se non quello di bloccare il più delicato nodo del trasporto urbano ed extraurbano? Quando, sempre davanti alla stazione, si è cancellata l’area pedonale creando un nuovo stop al Tram, si immaginava forse di dare una via di fuga alle auto degli spacciatori? Oppure, quando è stata cancellata la ZTl e fatta togliere la telecamera di controllo che avevo fatto installare in via Vittorio Emanuele per dare il via libera al tram in direzione Santa Croce - deviando il traffico privato su via Diaz - si pensava forse che il tram avrebbe potuto volare?
Potrei andare avanti ricordando la demenziale rotatoria semaforizzata inserita in via Guizza, oppure l’ulteriore semaforo fra via Guizza e via Wollemborg, tutti provvedimenti con funzioni domestiche che hanno contribuito a fare del tram una tradotta d’altri tempi.
Padova ha davvero bisogno di aria nuova, e per farlo ha bisogno di politiche conseguenti, come quelle che avevo avviato raddoppiando le zone pedonali, allargando le ZTL, portando a 170 i chilometri di piste ciclabili, realizzando 180 rotatorie dotate di attraversamenti pedonali rialzati a difesa dei pedoni e dei ciclisti e facendo del tram ed in particolare della defunta seconda linea, il cuore di una mobilità sostenibile ed efficiente.
Due anni e mezzo di ritorno alle politiche del tutto in auto degli anni 50, sono un prezzo enorme che la città ha già pagato, come l’aveva pagato con il tombinamento del naviglio.
Adesso occorre davvero voltare pagina, per non morire di aria inquinata e di politiche da cortile.

Ivo Rossi

Padova 14 dicembre 2016

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