Il cors'Ivo - Non dobbiamo arrenderci al peggio
Coltivare la bellezza della città, trasformarla in un luogo capace di suscitare emozioni, come ci ricorda Paolo Giaretta, è un programma politico che abbiamo cercato di sviluppare nel corso degli ultimi 10 anni. L'abbiamo fatto trasformando anonimi spazi di parcheggio alla rinfusa, in piazze immaginate come cuore identitario dei quartieri (Piazza Portello, Voltabarozzo, Guizza, Salboro, Terranegra, Brusegana (ahimè, oggi ritrasformata in parcheggio, ecc.). Lo abbiamo fatto pensando ad una mobilità sostenibile attorno a zone pedonalizzate sempre più vaste, in cui il godimento estetico del nostro centro storico potesse essere pieno, favorendo, allo stesso tempo, la crescita e la qualificazione delle attività commerciali. Penso alla pedonalizzazione, certamente faticosa e criticata, dell'asse di via Umberto e via Roma, quella successiva di via Altinate e via Zabarella, quella di via San Francesco e via del Santo, quella di piazza Eremitani, fulcro del quartiere della cultura. Insomma uno spazio recuperato, che nella sua fragilità, se non curato amorevolmente, rischia di imbarbarirsi e di involgarirsi con l'inserimento di ingombranti orpelli. Il richiamo di Paolo Giaretta ci stimola a non arrenderci al peggio. Articolo di Giaretta: http://www.paologiaretta.it/2015/09/nep-e-bit-nuova-estetica-padovana/