Ospedale
Flavio Zanonato: l'ospedale e la disabitudine al dibattito pubblico
Mi fa piacere vedere il grande interesse testimoniato dalla grande presenza, che sarebbe sicuramente stata maggiore in una sala più grande e senza il problema del Covid.
Credo sia sicuramente un omaggio al lavoro di ricostruzione della storia del “nuovo ospedale” da parte di Ivo Rossi, un riconoscimento - vorrei dire un risarcimento - per il lavoro che ha fatto nella sua attività di amministratore, ed è anche, come ha detto poco fa Paolo Giaretta, la testimonianza di un’enorme voglia di tornare a discutere delle vicende della città e di tornare a discutere in generale. Va sottolineato che l’assenza di dibattito sui temi della città precede l’avvio dell’epidemia.
Noi viviamo ormai da molto tempo, non solo su scala cittadina ma anche su scala nazionale, in assenza di dibattito.
Non c'è più un'opinione pubblica che si informa, che conosce i fatti, che si forma un autonomo giudizio. Ci sono molti esempi. Pensate: a livello nazionale, se voi leggete i giornali o seguite i telegiornali di questi giorni, si parla di due cose: No VAX e ddl Zan, del resto i media si occupano pochissimo.
Eppure - per dirne una - in Italia sta sparendo l'industria del bianco, dell’elettrodomestico, l'industria delle lavatrici, dei frigoriferi, della lavastoviglie, aziende intere si stanno ridimensionando e spesso trasferiscono la loro produzione in alti paesi. Di tutto questo i media si occupano in modo svogliato e solo in presenza della crisi finale, come l’ACC di Mel, o la situazione drammatica della Whirlpool. Andrebbe fatta - a monte - una riflessione su come funziona il sistema informativo. E questo nodo riguarda anche la vicenda dell’ospedale a Padova.
Pierluigi Matteraglia, il polo della salute e la scelta delle aree
A commento del libro su: L'odissea dell'ospedale nuovo in Padova, l'intervento dell'architetto Pierluigi Matteraglia
IL POLO DELLA SALUTE DI PADOVA: PROGETTO URBANO E PROCEDURE AMMINISTRATIVE
Un policlinico universitario di rango internazionale, come quello pensato per Padova il cosiddetto Polo della Salute, stabilisce relazioni ragguardevoli col contesto urbano nel quale si colloca. Le funzioni di rango metropolitano di una città (cioè quelle che forniscono beni e servizi per un territorio più vasto come il Polo della Salute di Padova est) tendono per loro natura a stabilire relazioni di prossimità e quanto più forte è questa relazione, tanto maggiore diviene l’effetto città (che è la capacità di attrarre funzioni e persone di rango inferiore).
Questo perché la città è come un organismo dotato di inerzia propria che tende alla riproduzione di sé stessa rafforzandosi.
Questa impostazione ovvero quella di tener conto dell’effetto città, ha guidato i miei studi urbanistici e ambientali per il Polo della Salute di Padova dal 2006 ad oggi. Ma ammesso che tali studi siano risultati attendibili e condivisibili, è accaduto che in questo arco di tempo col succedersi delle Amministrazioni, la scelta del sito del 2006 è cambiata tre volte con l’Amministrazione Bitonci e due volte con l’Amministrazione Giordani senza che a supporto di questa fossero stati eseguiti altrettanti studi e approvazioni come quelli del 2006 che sono stati approvati dalla Regione Veneto, dalla Provincia e dal Comune di Padova e dai 13 Comuni del PATI Metropolitano.
Discutendo del libro sull'odissea del nuovo ospedale: gli interventi di Giuseppe Zaccaria e Paolo Giaretta
di Giuseppe Zaccaria
Nel titolo del libro di Ivo Rossi che oggi presentiamo, l’aggettivo nuovo assume un sapore involontariamente comico e grottesco, se solo si pensa che si comincia a parlare di nuovo ospedale di Pd agli inizi degli anni Duemila, dando avvio ad un’eterna partita e ad un’incredibile vicenda che a tutt’oggi non si sa prevedere se e quando potranno avere fine.
Ma purtroppo questa non è soltanto una vicenda di storia locale: essa mostra invece esemplarmente il destino di molte, troppe opere pubbliche nel nostro Paese, quello di una casualità degli esiti, dopo decenni di chiacchiere nebulose e inconcludenti, di piccoli conflitti cittadini basati sul nulla, di colpevoli tergiversazioni, nei quali le idee e gli obiettivi della buona politica via via si perdono per strada in un immobilismo imbarazzante, mentre il punto di equilibrio finale, se non si conclude nella completa paralisi dei progetti, è frutto di rassegnazione ed è il risultato di una serie più o meno fortuita di coincidenze.
Rassegna fotografica e video della presentazione del Libro - 28 ottobre 2021
Il dibattito in occasione della presentazione del libro: L'odissea dell'ospedale nuovo in Padova - Il risiko degli interessi e la subalternità della politica
https://www.facebook.com/ivo.rossi.92/videos/1243153156110116
https://www.facebook.com/gruppotv7/videos/507368757275919/
In occasione della presentazione il ricavato della vendita del libro è stato integralmente devoluto alla ONLUS - Medici con l'Africa CUAMM
L'odissea dell'ospedale nuovo in Padova - Il risiko degli interessi e la subalternità della politica. Le recensioni
I significati flessibili delle parole tutela e conservazione nella città patrimonio Unesco. Castello del Catajo e mura cinquecentesche nella sentenza del Consiglio di Stato
Oggetto: richiesta estensione vincolo indiretto alla cinta muraria cinquecentesca e al sistema bastionato della città di Padova, già sottoposta a vincolo diretto con DM P.I. del 26 maggio 1928
Considerato che l’Articolo 45, del D.lgs 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di tutela indiretta di bene vincolato, stabilisce che: “Il Ministero ha facoltà di prescrivere le distanze, le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l'integrità dei beni culturali immobili, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro”;
considerato che a soli venti metri dal piede delle mura cinquecentesche della città di Padova, l’azienda ospedaliera sta predisponendo un progetto per la realizzazione di un nuovo edificio pediatrico dalle dimensioni rilevantissime (lunghezza 97,50 metri, profondità 34,98 metri, altezza 40 metri), che determinerebbe l’alterazione irrimediabile della residua percepibilità di uno dei beni più rilevanti della città, compreso il bastione Cornaro, che ancorché alterato dalla presenza della clinica neurologica di prossima dismissione e trasferimento nel nuovo polo ospedaliero in zona San Lazzaro, rappresenta uno dei più straordinari esempi di manufatto difensivo, opera dell’architetto Michele Sanmicheli;
considerato che l’intervento edilizio non solo altererebbe in via definitiva la percezione delle mura, ma allo stesso tempo risulterebbe compromesso il rapporto fra le mura e il delicato tessuto del prezioso centro storico di Padova;
considerato che la giurisprudenza ha precisato che il vincolo indiretto concerne la c.d. cornice ambientale di un bene culturale (cfr. Cons. Stato, IV, 9 dicembre 1969, n. 722; VI, 18 aprile 2011, n. 2354), dal che ne deriva che non è il solo bene in sé – nel caso di specie le Mura rinascimentali di Padova - a costituire oggetto della tutela, ma l’intero ambiente potenzialmente interagente con il valore culturale, che può richiedere una conservazione particolare;
considerato inoltre che il vincolo indiretto è da intendersi quale strumento atto a consentire di comprendere l’importanza dei luoghi in cui gli immobili tutelati dal vincolo diretto si inseriscono mediante la loro conservazione pressoché integrale (Consiglio di Stato, Sez. VI, 26 maggio 2017, n. 2493);
La nuova pediatria e gli obiettivi del centro sinistra per i bambini e la tutela delle mura
di Ivo Rossi
Il centro sinistra di governo così indicava la prospettiva del nuovo polo ospedaliero. “….Questa situazione di congestione edilizia è stata all’origine del fallimento della prevista realizzazione di una nuova torre pediatrica. La priorità della cura, in particolare dei bambini, non può più essere messa in forse a causa dell’intestardimento dei pochi che pensano ancora di realizzare pediatria a ridosso del sistema bastionato. …… Sarà cura dell’amministrazione ... realizzare la nuova struttura e mettere il primo tassello del nuovo polo ospedaliero della Padova 2020.”
Addolora tornare a leggere gli accorati appelli dei medici costretti ancora una volta a chiedere che si realizzi la nuova clinica pediatrica per mettere fine alle sofferenze dei bambini e alla incivile condizione dei loro famigliari.
Così come fa una certa impressione veder malamente apostrofare chi manifesta la propria preoccupazione (da Siviero a Armano, da Cacciari a Spigai, e altri) per le ferite consumate e per quelle future imposte, con un edificio monstre, ad uno dei più preziosi patrimoni storico-culturali della città, quella cinta muraria che da cinque secoli è custode e simbolo dell’identità di Padova.
Pediatria e quel volume abnorme sulle mura cinquecentesche
di Ivo Rossi
Senza sentire il dovere civile di spiegare e motivare quali impedimenti vi sarebbero alla realizzazione della pediatria nell’area del nuovo ospedale - anziché sulle mura cinquecentesche - si confida, più che sulla convinzione, sullo sfinimento e la rassegnazione dei cittadini.
Se credessimo agli spiriti, la vicenda della nuova pediatria potrebbe apparire come segnata da una sorta di maledizione. Ogni volta che qualcuno prova a metterle radici nel vallo delle mura cinquecentesche, ogni volta quelle stesse mura, nate per la difesa della città dai nemici, sembrano respingerla. Era già successo ai primi degli anni Duemila e si sta ripetendo nuovamente in questi mesi.
Per questo bene ha fatto la rivista Galileo, sempre attenta alle grandi questioni urbanistiche della città, a promuovere un dibattito attorno al tema sollevato dall’appello di molti studiosi (1), a partire da Vittorio Spigai, Enzo Siviero, Elio Armano e sottoscritto anche da Massimo Cacciari.
Dell’ospedale ‘nuovo’ dal ‘400 al 2020
“Siamo come nani sulle spalle di giganti - ci ricorda Bernardo di Chartres - così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l'acume della vista o l'altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.”
Il lunghissimo itinerario della scuola della medicina padovana con i suoi secoli di scoperte e di storia, mostra come anche i successi, nel contrasto all’epidemia da Coronavirus, poggino su una sapere che si è via via stratificato, generando una cultura e una sapienza medica, che consentono di vedere più cose e più lontano.