Palazzine con vista su Giotto. Cosa direbbe Dario Fo?
Se l’amico Mario Liccardo e l’Associazione La Specola delle idee, notoriamente attenti ed equilibrati nelle loro uscite pubbliche, si sono sentiti in dovere di sollevare il problema relativo al futuro urbanistico delle palazzine di piazzale Boschetti, parlando addirittura di “operazione speculativa, penalizzante per il centro storico”, può significare solo una cosa: l’adesione e il sostegno ad una amministrazione amica trovano un limite insuperabile nelle decisioni che lasciano troppi margini di dubbio.
E nel caso dello scambio fra aree in via Canestrini e le palazzine del Boschetti, secondo l’associazione, sarebbero molte le elargizioni ai privati, in primo luogo un garage interrato con riduzione di una corsia della trafficatissima via Trieste, la realizzazione di un nuovo fabbricato e la concessioni di destinazioni urbanistiche decisamente troppo sbilanciate verso il privato.
Il tutto per un controvalore della permuta che necessiterebbe di una più rigorosa valutazione, senza contare che la previsione di micro interventi, con i proventi della quota parte spettante al Comune, mostrerebbe una debolezza progettuale.
Posta in questi termini, penso che sicuramente l’amministrazione sarà in grado di apportare le eventuali dovute correzioni, o di fornire le necessarie garanzie. Anche per “rispetto” verso quegli autorevoli protagonisti della vita pubblica di ieri e di oggi, che sette anni fa paventavano pericoli inesistenti per la stessa sopravvivenza della Cappella degli Scrovegni. Allora il presunto pericolo sarebbe stata un’opera pubblica quale l’auditorium progettato dall’architetto Kada, ora si tratta di un modesto parcheggio interrato (a meno 5 metri) a servizio del privato. Chissà cosa direbbe oggi Dario Fo, chiamato allora a tutelare Giotto, che pur in pericolo non era.
Rimane sempre un dubbio: chi è l’assessore all’urbanistica?