Microcosmi ordinatori

Avevamo inteso che la fase 2 sarebbe stata quella del progressivo ritorno verso la normalità. Ci eravamo illusi, perché il virus è ancora fra di noi, anche se due mesi di clausura lo hanno reso meno onnipresente. E stretti fra questo bisogno di fase 2 e pericolo della seconda ondata del virus - che i virologi prevedono più pericolosa della prima - assistiamo al proliferare di DPCM e di ordinanze regionali che agiscono ai due lati del pendolo: precauzione preoccupata da una parte e furbizia illusionistica dall’altra.

Come se ci trovassimo a fare i conti fra un presunto poliziotto buono e uno cattivo. In mezzo, confusi, noi cittadini, chiamati al rispetto di disposizioni in contrasto fra di loro, che presuppongono diversi livelli di legalità e di lealtà verso l’autorità. Quale autorità? Quella superiore dello stato di diritto o quella che liscia il pelo del nostro bisogno di normalità? Scherzare, come in troppi sembrano fare, su una presunta doppia autorità, sulla scelta fra due bandiere che reclamano un’obbedienza divisa, rischia di produrre danni profondi a quella che Kant definiva “la legge morale dentro di noi”. 

Chi sono

Sono nato il 18 marzo 1955 a Padova dove vivo con mia moglie Franca. Sono laureato in Scienze Politiche con voto 110 su 110 e lode, con una tesi sugli istituti di democrazia diretta.

Sono dirigente della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie dove mi occupo di autonomie speciali e del negoziato per l’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in materia di autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario. Faccio parte della Commissione Tecnica per i fabbisogni standard di comuni e regioni e della segreteria tecnica della Comitato per la Banda ultra larga. 

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