Microcosmi ordinatori
Avevamo inteso che la fase 2 sarebbe stata quella del progressivo ritorno verso la normalità. Ci eravamo illusi, perché il virus è ancora fra di noi, anche se due mesi di clausura lo hanno reso meno onnipresente. E stretti fra questo bisogno di fase 2 e pericolo della seconda ondata del virus - che i virologi prevedono più pericolosa della prima - assistiamo al proliferare di DPCM e di ordinanze regionali che agiscono ai due lati del pendolo: precauzione preoccupata da una parte e furbizia illusionistica dall’altra.
Come se ci trovassimo a fare i conti fra un presunto poliziotto buono e uno cattivo. In mezzo, confusi, noi cittadini, chiamati al rispetto di disposizioni in contrasto fra di loro, che presuppongono diversi livelli di legalità e di lealtà verso l’autorità. Quale autorità? Quella superiore dello stato di diritto o quella che liscia il pelo del nostro bisogno di normalità? Scherzare, come in troppi sembrano fare, su una presunta doppia autorità, sulla scelta fra due bandiere che reclamano un’obbedienza divisa, rischia di produrre danni profondi a quella che Kant definiva “la legge morale dentro di noi”.