L'interesse privato fra consumo di suolo e concorso al bene pubblico. Il caso Alì
di Ivo Rossi e Elio Armano
E’ stata davvero una saggia decisione la pausa di riflessione assunta dall’amministrazione sulla questione Alì, utile per mettere a fuoco aspetti prima non adeguatamente valutati.
Appartiene alla lunga tradizione del centro sinistra e della cultura urbanistica, un approccio alle trasformazioni del territorio improntate a visione del futuro e interesse generale della comunità, in cui gli interessi privati concorrono allo sviluppo in un necessario equilibrio che oggi chiameremmo sostenibile.
Il “Piano” è stato lo strumento che, nell’organizzare un disegno urbano, affermava allo stesso tempo anche la certezza del diritto, un mondo fatto di regole, sottratto alla discrezionalità del sovrano, che ha il pregio di mettere tutti gli attori sociali e economici sullo stesso piano rendendo trasparenti le decisioni.
I correttivi necessari al disegno di legge Calderoli all’esame della Camera
di Ivo Rossi e Alberto Zanardi
La discussione alla Camera del disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata, dopo la sua approvazione in prima lettura al Senato, è probabilmente l’ultimo appello per correggere alcune rilevanti criticità della norma-quadro.
La versione licenziata dal Senato, sicuramente migliorata rispetto allo scarno testo presentato inizialmente dal governo, evidenzia una serie di nodi problematici ancora irrisolti che riguardano – insieme alla marginalità del ruolo del Parlamento, alla difficile revocabilità delle intese, all’assenza di condizionalità nelle richieste di maggiore autonomia, alla mancanza di indirizzi circa il trasferimento delle materie non-Lep –il finanziamento delle funzioni pubbliche potenzialmente devolvibili alle Regioni.
La prima criticità concerne le modalità di finanziamento delle cosiddette funzioni Lep, cioè quelle per cui la normativa vigente prevede standard di prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (si pensi all’istruzione, alla tutela dell’ambiente, alle grandi reti di trasporto). E’ necessario correggere radicalmente l’approccio attuale del disegno di legge Calderoli che affida a ogni singola intesa i criteri di determinazione delle risorse finanziarie e a Commissioni paritetiche Stato-singola Regione (ad autonomia differenziata) l’attuazione operativa di tali criteri, anche nella dinamica temporale. Ne deriverebbe un assetto di tipo “balcanico”, che ricalca tale e quale quello delle Regioni a statuto speciale, i cui Statuti sono però approvati con legge costituzionale.
Un’autonomia sostenibile è possibile? Il Partito Democratico di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte a confronto
Milano 25 marzo 2024
di Ivo Rossi
Ringrazio per l’invito e per aver organizzato questo momento di confronto su una delle questioni che più dividono le opinioni pubbliche, sia sul piano politico che sul piano territoriale e di cui, come è emerso in recenti sondaggi, quasi poco o nulla si conosce quanto al merito a cui la questione autonomia rimanda. Ciclicamente, nelle sue varie forme, ha acceso il dibattito e lo scontro politico, a partire dalla secessione della Padania di Bossi di metà anni ‘90, passando per la riforma del titolo V della Costituzione del 2001 e ai referendum celebrati in Lombardia e nel Veneto nell’ottobre del 2017, per arrivare al dibattito di oggi attorno alla proposta, che per comodità chiamiamo Calderoli, ma che, per fortuna, è diventata cosa diversa rispetto al progetto approvato dal governo all’inizio del 2023.
Sul quarto mandato a Zaia la Lega esce sconfitta al Senato. E Putin, senza rivali (eliminati), punta al 5° mandato
di Andrea Martella e Ivo Rossi
A trent’anni dall’introduzione dell’elezione diretta dei Sindaci e a venticinque da quella dei Presidenti delle Regioni, dovrebbe essere cosa normale, per una classe dirigente attenta e rispettosa degli assetti e degli equilibri istituzionali, valutarne gli effetti e prendere in considerazione eventuali correttivi.
Le democrazie, infatti, possiedono un’architettura, fatta di pesi e contrappesi, che limitano la concentrazione dei poteri e pongono la legge al di sopra di ogni possibile arbitrio del “sovrano”, così da impedirgli di agire nel proprio particolare interesse.
Il Ponte sullo stretto di Messina, una scelta ai "limiti delle conoscenze tecniche"
La svolta del porto di Trieste e il necessario profilo per la presidenza dell'interporto di Padova
di Ivo Rossi
Nelle prossime settimane i soci di Interporto sono chiamati a designare il nuovo Presidente. Si tratta di una scelta di grande delicatezza, in considerazione non solo dell’importanza crescente della logistica ma anche e soprattutto in relazione ai cambiamenti economici e geopolitici in atto a seguito della guerra scatenata dalla Russia contro il popolo ucraino e alla pirateria degli Houthi armati da Teheran.
Ragioni che dovrebbero indurre i soci pubblici a orientarsi verso figure di altissimo profilo e prestigio, a partire dal possesso di solide competenze in materia di economia dei trasporti e dalle necessarie relazioni internazionali. Se in passato ci si poteva accontentare del fai da te domestico,
La Corte Costituzionale: evitare una tensione fra principio unitario e principio autonomistico
di Ivo Rossi
Alcuni giorni fa la Corte Costituzionale, redattore Luca Antonini, ribadendo lo stretto rapporto fra le funzioni attribuite alla Regione e il relativo finanziamento, ha respinto il ricorso della Regione Valle d’Aosta, ritenendo sia corretto escludere il gettito percepito quale contributo di solidarietà nel territorio valdostano (istituito per far fronte all’emergenza energetica), in quanto le entrate della regione “non sono state incise dall’istituzione del contributo di solidarietà”.
Si tratta di una sentenza rilevante, tanto più se si considera il dibattito in corso sull’autonomia differenziata,
Alaksej Navalny: quando i regimi dispotici uccidono gli oppositori
Federalismo Arlecchino nell'autonomia (troppo) differenziata - Il Sole 24 Ore / Gazzettino
di Ivo Rossi e Alberto Zanardi
Con l’approvazione da parte del Senato del disegno di legge Calderoli, propedeutica all’avvio dei negoziati fra lo Stato e le Regioni, l’autonomia differenziata è arrivata al primo giro di boa.
Quale giudizio si può dare? Una valutazione equilibrata deve innanzitutto confrontarsi con la Costituzione. L’articolo 116, terzo comma prevede un catalogo amplissimo di funzioni pubbliche, oggi esercitate dallo Stato, potenzialmente decentrabili a richiesta di singole Regioni. Si tratta praticamente di tutta la spesa pubblica, eccetto le pensioni e i servizi con forti esternalità territoriali, come la difesa e l’ordine pubblico. La frammentazione delle competenze pubbliche che deriverebbe da un decentramento massivo e differenziato produrrebbe gravissime inefficienze economiche e ridurrebbe la trasparenza delle politiche pubbliche.
I rischi dell’autonomia differenziata
Articolo pubblicato su: https://lavoce.info/archives/103514/i-rischi-dellautonomia-differenziata/,
http://www.lacostituzione.info/index.php/2024/01/30/i-rischi-dellautonomia-differenziata/
https://www.astrid-online.it/static/upload/protected/zana/zanardi-25-1-24.pdf
di Ivo Rossi e Alberto Zanardi
Il processo di attuazione dell’autonomia differenziata è arrivato a un giro di boa: martedì scorso (23 gennaio) il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge Calderoli che ha l’obiettivo di regolare le modalità di attribuzione e di finanziamento delle funzioni pubbliche aggiuntive richieste dalle singole Regioni a statuto ordinario secondo quanto previsto dall’art. 116, terzo comma della Costituzione.
Ora il testo passa alla Camera che si prevede lo approvi definitivamente in tempi brevi, presumibilmente prima delle lezioni di giugno. Una volta approvata la legge, le Regioni che lo vorranno potranno subito presentare le proprie richieste di attribuzione di nuove funzioni al governo ma limitatamente alle materie meno sensibili sul piano dei diritti civili e sociali, quelle cioè su cui il Comitato Cassese non ha rinvenuto nella legislazione vigente Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) rilevanti.
Altro...
Le necessarie correzioni al barattellum Calderoli sull'autonomia
Domani (martedì) il Senato vota il ddl Calderoli sulla autonomia differenziata. La Lega e il centrodestra sono favorevoli, il Pd e le altre forze di centrosinistra contrari. Spiegate il vostro sì e il vostro no.
Oggi si chiude il primo round. C’è da augurarsi che la Camera riformuli il testo, perché il tentativo di far coesistere esigenze divergenti di FdI e della Lega, premierato compreso, è diventato un Giano bifronte, un barattellum carico di ripetizioni e di ovvietà, che da una parte afferma e dall’altra nega. Vedo però che più che guardare a ciò che il testo contiene si agitano bandiere. Totò direbbe, a prescindere.
Il disegno di legge Calderoli sull'autonomia alla prova del voto al Senato
Questa settimana il disegno di legge Calderoli approda all'aula del Senato per il primo esame parlamentare. Il testo approvato dalla Commissione, pur accogliendo emendamenti del Partito Democratico e di altri partiti, conserva il suo potenziale dirompente per l’unità del Paese ed è solo un lontano parente dal testo presentato dal Ministro.
Le correzioni più significative apportate al testo originario hanno riguardato la possibilità di:
1) “limitare l’oggetto del negoziato ad alcune materie o ambiti di materie individuati dalla Regione nell’atto di iniziativa”. In sostanza si afferma che alcune materie potrebbero non essere oggetto del negoziato.
L'autonomia ai raggi X. Ne parlano i quotidiani del gruppo NEM. A confronto con Stefani (Lega)
Il procedimento: l’Intesa sulla devoluzione di funzioni e compiti alla Regione dovrà essere approvata dal Parlamento a maggioranza assoluta. Senza potere di emendare ma solo approvando o respingendo in toto. E’ d’accordo?
La questione è come si garantisce la sovranità del Parlamento, titolare delle eventuali competenze legislative destinate alle regioni, che non può essere ridotto, come qualche presidente leghista aveva preteso, al ruolo di passa carte. Va in questo senso rafforzata la possibilità di incidere delle Camere alla formazione dell’intesa nella fase antecedente al voto, per riaffermare la sovranità democratica del Parlamento. La Costituzione prevede che il voto avvenga a maggioranza assoluta, per questo sarebbe auspicabile un largo consenso sia politico che territoriale.
Le condizioni: la predeterminazione del Lep è condizione preliminare per l’attribuzione dell’autonomia differenziata. Anche qui le chiediamo se lo ritiene corretto.
I livelli essenziali delle prestazioni affermano l’uguaglianza dei diritti di cittadinanza indipendentemente dal luogo in cui una persona vive. Un tributo doveroso all’unità del Paese. Questa innovazione è stata voluta dal Partito democratico ed oggi è diventata condizione necessaria per l’attribuzione di una maggiore autonomia alle regioni.
Israele e Palestina. Il riconoscimento del diritto ad esistere condizione per la pace
Podcast con cui si possono ascoltare gli interventi di Ivo Rossi, Vincenzo Pace e Emanuele Fiano
il testo del mio intervento
Ieri sera con un corteo silenzioso abbiamo ricordato il 3 dicembre del 1943, data di inizio delle deportazioni degli ebrei padovani. Lo abbiamo fatto unendo i luoghi simbolo: la casa comunale, l’università e la sinagoga.
Questa sera affrontiamo una delle discussioni più difficili, come può esserlo quella che avviene mentre parlano le armi, di fronte a nuove vittime innocenti e, come ci ricordava ieri lo scrittore israeliano Askol Nevo, non solo a fughe di massa nella striscia di Gaza, ma anche nel nord e nel sud di Israele. E quando a parlare sono le armi, e il dolore così profondo, ogni altra parola rischia di perdere significato tanto è forte l’inquietudine che provoca in ognuno di noi.
La domanda di pace, l’apertura di un negoziato che sostituisca le armi si sono via via scontrate con la dura consapevolezza che un negoziato ha bisogno di interlocutori che riconoscano l’altro, che non neghino, come fanno i terroristi di Hamas, l’esistenza di Israele.